E’ stata una brutta sorpresa ieri mattina
quando avevamo bisogno di sangue e siamo stati rimandati indietro a mani vuote.
All’ospedale di Meru tutti hanno incrociato
le braccia: medici, infermieri, clinical officer, laboratoristi, farmacisti,
personale degli uffici e perfino addetti al mortuario. Non ci hanno rifornito
l’emoteca e soprattutto non riceveranno i nostri malati in caso di interventi
che io non fossi in grado di fare. Dobbiamo rivolgerci a Chogoria, che e’ molto
piu’ lontano, e soprattutto piu’ costoso. E’ uno sciopero nazionale che
riguarda tutta la sanita’ pubblica: gli ospedali sono effettivamente chiusi.
Ma quel che ci ha stremati maggiormente e’
il fatto che i pazienti rifiutati dall’ospedale di Meru hanno iniziato ad invadere Chaaria. Ieri
notte e’ stato un campo di battaglia, con un cesareo, due raschiamenti e ben 18
ricoveri di maternita’ tra mezzanotte e le 6 di mattina, mentre l’ambulatorio
e’ stato sempre affollato di gente che non aveva potuto arrivare piu’ presto, dopo essere stata dimessa dall’ospedale
in sciopero la sera precedente.
Anche la giornata di oggi e’ stata una
lotta estenuante, con malati da tutte le parti: ambulatorio con piu’ di 500
persone in attesa, la pediatria che scoppia, la maternita’ in cui ormai abbiamo
3 donne per letto ed altre sulle stuoie per terra, 4 cesarei urgenti ed un
numero elevatissimo di revisioni della cavita’ uterine, senza contare i salti
mortali per reperire sangue dai parenti in caso di anemie gravi.
Tutti poi chiedono, vogliono e pretendono
subito; ognuno pensa di essere l’unico ad avere problemi e vuole assistenza
immediata.
Il pranzo e’ quindi solo uno stacco di
dieci minuti, e poi si ritorna in trincea, cercando di porre fine alla coda
interminabile… ma piu’ visiti e piu’ il serpentone della lista di attesa si
allunga. La cena la si fa quando possibile… magari dopo le ore 22. A pregare
uno tenta anche di andarci, come stamattina che sono arrivato puntuale per le
lodi mattutine dopo il cesareo della note… ma sono poi stato chiamato fuori
dalla cappella dopo la lettura del Vangelo per una emorragia post-partum.
Gli ospedali governativi rimarranno chiusi
ad oltranza e quindi tale situazione potra’ diventare per noi molto pesante,
sia di giorno che di notte.
Ma non pensatemi infelice o depresso
perche’ queste sono le situazioni in cui ti senti davvero utile, in cui hai la
percezione che servi a qualcuno che altrimenti non avrebbe dove andare.
In tutto questo caos, oggi abbiamo anche
salutato Alex ed Elisa che tornano in Italia dopo due intense settimane di vita
con noi. Li ringraziamo sinceramente per il lavoro che insieme abbiamo fatto,
con serenita’ e gioia, di giorno e di notte.
E’ stato bello stare con loro e
davvero abbiamo vissuto da buoni amici… Alex ed Elisa ci mancheranno molto.
Fr Beppe Gaido
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