mercoledì 14 marzo 2012

Impegno scientifico


Nonostante la situazione tremenda che ci troviamo ad affrontare in questi giorni (ed oggi pare peggio che mai!), e vincendo la stanchezza derivante da una chiamata notturna anche ieri notte, ho deciso di aderire ad una chiamata da parte della Kenya Medical Association, Meru Division, di essere il relatore per due lezioni magistrali questa sera alla sede dell’ordine dei medici.
Parlero’ di carcinoma dell’esofago e dello stomaco e cerchero’ di stimolare gli uditori al problema di una vera e propria epidemia che sta falcidiando le nostre popolazioni, e di cui nessuno sembra farsi carico.
Non c’e’ sufficiente conoscenza del problema che rimane ignorato da parte delle autorita’ sanitarie: stasera, presentando anche i dati della nostra endoscopia digestiva ed i grafici della nostra attivita’ diagnostica negli anni 2010-2011, spero di suscitare interesse e soprattutto decisioni pratiche per ulteriori studi che permettano di comprendere le ragioni di una tale epidemia.
Anche domattina, se Dio vorra’ e non ci saranno emergenze, dovremmo proseguire con la nostra formazione permanente a Chaaria: parleremo di addome acuto in gravidanza. Dal 2012 le ore di lezione del giovedi’ mattina saranno riconosciute per i punti ECM non solo dal Collegio degli infermieri, ma persino dall’odine dei medici. Pure questo e’ un ulteriore passo avanti.
Fr Beppe Gaido



Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....