Ero ancora a messa quando sono stato chiamato urgentemente per una placenta
ritenuta. Pensavo che i volontari fossero a letto, e quindi mi sono aggiustato
con lo staff locale, per non disturbarli. E’ stato un lavoro lungo, ma alla fine
ce l’abbiamo fatta a salvare quella donna in preda ad una emorragia terribile.
Subito dopo questa prima procedura d’urgenza era la volta di una
amputazione di braccio destro. Era una situazione veramente difficile: un giovane
preso a colpi di machete che ha perso la mano destra da qualche parte nella
notte. E’ venuto in ospedale con l’arto completamente troncato e le ossa
esposte... della mano nessuna traccia.
Non si poteva lasciarlo cosi’, a causa dei rischi di infezione, e quindi
abbiamo deciso per una amputazione classica, in cui abbiamo rimosso l’osso
sporgente ed abbiamo suturato adeguatamente la parte.
Ma i problemi hanno continuato ad accavallarsi.
Eravamo quasi alla fine dell’intervento, stanchi ma contenti, quando ci e’
stato comunicato che avremmo avuto un cesareo urgente... il battito cardiaco
fetale non era dei migliori. La
notizia ha originato in noi una spontanea iniezione di adrenalina endogena, e
ci siamo dati da fare per terminare velocemente, e preparare la stanza in tempo
record.
Ma appena fuori, quando ancora grondavo di sudore come un pulcino bagnato,
mi e’ stato chiesto di fare una ecografia urgente perche’ forse c’era una
gravidanza extrauterina. In effetti il test sonografico ha confermato la
diagnosi: gravidanza tubarica in prerottura.
“Che fare ora? Chi entra in sala per primo?”
“Cerchiamo di salvare il bambino con il cesareo. Facciamo piu’ in fretta
possibile, e poi facciamo l’operazione per l’ ectopica”, mi suggerisce il
saggio Jesse.
Le ragazze sono velocissime a pulire la sala.
Il cesareo procede veloce e senza complicazioni, e lo terminiamo in 40
minuti.
Partiamo quindi con l’ectopica. Il nostro lavoro procede bene, e riusciamo
a fermare l’emorragia in tempi brevi. La donna e’ quindi fuori pericolo, anche
se ancora rimane molto lavoro per richiudere il suo addome.
Come se non bastasse, appena terminato questo intervento, sono stato
chiamato per eseguire una ecografia urgente per una donna che ha evidenti segni
di peritonite.
La mia eco e’ stata spietata: si trattava di una perforazione intestinale,
e bisognava agire subito. Lo
sciopero continua, e quindi, volenti o nolenti, dobbiamo intervenire qui a
Chaaria.
Kanyua, che non ha fatto ne’ pausa ne’ pranzo, mi ha quindi detto
disperata: “con il generatore piccolo non abbian potuto sterilizzare. Ora
useremo le ultime cose sterili. Se capita un cesareo non so cosa faremo”.
Entriamo quindi in sala per la peritonite, stanchi e spaventati di quello
che avremmo potuto trovare: saremmo stati in grado di finire l’operazione?
Ogembo, Antonio, i volontari, gli infermieri ed i clinical officers intanto si
occupano dei pazienti ambulatoriali e dei reparti che stanno letteralmente
scoppiando.
La luce intanto e’ tornata ed abbiamo potuto riprendere la sterilizzazione.
Alle ore 20 l’operazione era conclusa, e la malata sembrava stabile; il
generatore grande e’ stato riparato, e quindi ora non temiamo piu’ se manca la
luce nuovamente.
Ho mandato Jesse a mangiare, e fr Giancarlo e’ partito con la macchina per
accompagnare a casa le ragazze della sala, distrutte dalla giornata di lavoro e
tensione.
Purtroppo ormai questa e’ una giornata qualunque... e sicuramente stanotte
ci chiameranno per qualche emergenza.
Fr Beppe Gaido
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