lunedì 5 marzo 2012

Le nostre condoglianze a Sr Luisa Makena

Ieri notte nel reparto di Medicina del Cottolengo Mission Hospital si e' spento Domiziano Marete, papa' della nostra consorella sr Luisa Makena. 
Domiziano era ormai molto anziano e da piu' di sei mesi era affetto da una forma di sclerosi laterale amiotrofica (SLA) che gradualmente gli ha consumato la massa muscolare: dapprima ha sviluppato problemi agli arti inferiori dove ha perso la capacita' di deambulare. 
Poi la degenerazione motoneuronale si e' gradualmente estesa agli arti superiori, ai muscoli respiratori, a quelli addetti alla deglutizione e da ultimo alle corde vocali. 
Ho visto Domiziano per l’ultima volta ieri mattina, quando gli ho portato la Comunione insieme al parroco: mi ha sorriso, subito dopo aver ricevuto Gesu’. 
Avevo promesso a Sr Makena di visitare suo papa’ oggi, per darle un quadro clinico aggiornato… ma non e’ stato possibile perche’ il Signore lo ha chiamato in cielo. Domiziano e’ stato un fervente Cristiano, un grande amico del Cottolengo, oltre che una importante figura politica per Chaaria. 
E’ stato infatti sindaco del nostro villaggio per lungo tempo. Negli anni in cui Don Pasquale Schiavulli e’ stato in Kenya, Domiziano e’ stato uno dei suoi piu’ stretti collaboratori per la realizzazione di vari progetti edilizi a favore della comunita’ locale. 
Ora lo pensiamo in cielo! Lascia una moglie vedova ed un buon numero di figli, tutti ormai grandi. 
Porgiamo a Sr Makena ed a tutta la sua famiglia le nostre piu’ sentite condoglianze. 

Fr Beppe e comunita’

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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