mercoledì 11 aprile 2012

Deo gratias!



Questa mattina, durante la consueta messa mensile per tutto il personale, abbiamo ringraziato il Signore per il dono della nomina di Fratel Beppe come direttore di tutta la nostra missione. Nulla di speciale, tutto nella normalità e ferialità che caratterizza Chaaria e in accordo con il nostro carisma. Il Cottolengo voleva che i suoi figli esprimessero il loro “Deo gratias!” (Grazie a Dio) per ogni dono ricevuto, e la riconferma di Fratel Beppe come direttore è un dono per cui di cuore abbiamo elevato il nostro “Deo gratias!”.
Da anni Fratel Beppe svolge questo prezioso e impegnativo servizio e la sua riconferma è un’espressione della fiducia dei superiori nei suoi confronti, ma anche il riconoscimento di tutto quello che ha fatto in questo tempo per Chaaria.
Sappiamo che Fratel Beppe ama la metafora della “cordata in montagna” e siamo felici che sia stato riconfermato come nostro “capo cordata”. Un servizio impegnativo, perchè sta a lui dire l’ultima parola su decisioni difficile, avverite il gruppo dei pericoli nella scalata, individuare la via migliore per raggiungere la meta e stare attento di non perdere mai di vista la vetta. Tutto questo, fra gioie e dolori che caratterizzano la vita quotidiana, Fratel Beppe l’ha fatto e lo continua a fare. Oggi, ringraziando Dio per la sua nomina, abbiamo pregato perchè abbia la forza e la determinazione di continuare a svolgere questo servizio. Ci impegnamo ad essergli di sostegno nei momenti difficili e a condividere le gioie che ci riserva questa scalata insieme: orrizonti infiniti, panorami mozzafiato, colori sorprendenti.
Tutti insieme ti auguriamo di cuore buona scalata e cogliamo questa occasione per dirti che sotto la tua guida ci sentiamo sicuri e anche se a volte arranchiamo, la tua presenza e il tuo esempio ci spronano a continuare. Buona scalata!

Famiglia cottolenghina di Chaaria 


Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....