domenica 22 aprile 2012

Dott. Massimo Tala


Dopo circa tre mesi di ottimo servizio presso il Cottolengo Mission Hospital, il Dr Massimo Tala, dermatologo di Cagliari, ci lascia per assumere un nuovo incarico lavorativo in Italia.
Massimo e’ stato con noi non solo come dermatologo ma anche come internista, e si e’ fatto carico con passione del reparto uomini. Li ha seguiti e curati con grandissima dedizione e senza risparmio di energia; e’ stato sovente nostro compagno anche durante la notte, quando seguiva lui stesso le operande dopo la spinale.
Lo ringraziamo di cuore per aver garantito ai nostri malati una assistenza medica altamente qualificata per gli ultimi tre mesi, e per aver loro permesso di vedere il “dottore” tutti i giorni.
I pazienti certamente sentiranno la sua mancanza ora che nel reparto uomini non avremo piu’ un medico fisso, finche’ la Provvidenza non ci mandera’ un altro internista che si fermi per un periodo prolungato. Sicuramente non potremo piu’ assicurare la visita medica per tutti, ogni giorno.
Un grazie sincero a Massimo per il tempo che abbiamo trascorso insieme qui a Chaaria, per la condivisione di vita e di fatiche, e soprattutto per il suo servizio gratuito e generoso ai malati.
La mia valutazione della esperienza con Massimo e’ altamente positiva, e sono molto contento di averlo conosciuto e di aver lavorato con lui.
Se sara’ nei piani del Signore, speriamo di poter collaborare ancora con Massimo in futuro.
Caro Massimo, auguri per tutto nella tua vita!
Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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