lunedì 30 aprile 2012

I voti religiosi di Fr. Robert Maina


Questa mattina in cappella, alle ore 6.30 la comunita’ religiosa di Chaaria ha celebrato la Messa solenne in onore di san Giuseppe Cottolengo. Stamane erano presenti solo Fratelli, Suore e volontari.
La Messa e’ stata celebrata dal sacerdote cottolenghino Nicholas Mukembu, il quale ci ha anche aiutato a prepararci alla festa odierna con la celebrazione del triduo in onore del Santo.
Era una celebrazione di famiglia. Ed e’ proprio in questo spirito di famiglia che Fr Robert Maina ha rinnovato la sua consacrazopne a Dio, nel servizio dei poveri, con i voti di castita’, poverta’ ed obbedienza.
Ha rinnovato la sua donazione a Dio per un altro anno, in preparazione al grande passo della professione perpetua in cui offrira’ se stesso al Signore per sempre.
Durante la Professione Religiosa i voti sono stati emessi nelle mani di Fr Roberto Trappa, superiore locale e delegato del superiore generale Fr Giuseppe Meneghini.
Fr Giancarlo e Fr Joseph Muchiri hannp svolto la funzione di testimoni.
Il documento della rinnovazione e’ stato firmato sull’altare, come segno visibile dell’impegno che Fr Robert si assume con Dio e davanti alla Chiesa.
Preghiamo tutti per Fr Robert, affinche’ il Signore lo renda sempre piu’ un testimone fedele e credibile del suo amore misericordioso verso i piu’ piccoli ed i piu’ poveri.
Fr Beppe Gaido e nome dei fratelli e delle suore di Chaaria




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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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