lunedì 9 aprile 2012

La messa domenicale ed i non praticanti


La comunita’ di Chaaria e’ sempre stata molto aperta a tutte le idee ed a tutte le fedi. Abbiamo avuto volontari credenti e non credenti. Abbiamo lavorato con Calvinisti e Protestanti, con Musulmani e con Buddisti.
Una cosa che i volontari agnostici devono sapere della cultura africana, e’ che la gente qui e’ profondamente religiosa. Essi sono molto aperti a tutte le fedi, ma fanno fatica a comprendere chi non crede. Per loro la vita senza  Dio e’ inconcepibile.
Un’altra cosa che qui la popolazione davvero non capisce del comportamento di certi “Bianchi”, e’ il fatto che non si dia il dovuto rispetto ad una celebrazione religiosa. Nessun Africano farebbe schiamazzi durante una messa, una funzione protestante, o durante la preghiera in moschea.
Molta gente che viene a messa in ospedale alla domenica, parecchi pazienti, e soprattutto il nostro parroco hanno espresso un certo dolore al fatto che ci sono volontari che non partecipano alla celebrazione, ma si intrattengono nei paraggi chiacchierando, facendo fotografie ai bambini ed ai ricoverati, portando a passeggio gli orfani. Il parroco dice di non capire perche’ durante la messa ci sono dei volontari che entrano nelle camera a fare foto, visto che i pazienti alettati sono comunque in preghiera e riceveranno la comunione.
Abbiamo quindi deciso di scrivere queste due parole per rispetto alla sensibilita’ ed alla cultura religiosa dei nostri Cristiani di Chaaria.
Ripetiamo che rispettiamo senza problema il fatto che un volontario scelga di non venire a messa o di non credere, ma gli chiediamo di non disturbare con il suo comportamento coloro quelli che invece ci vogliono partecipare. Pensiamo che la cosa migliore per chi non e’ interessato alla celebrazione sia di venire in ospedale dopo la messa, oppure di sedersi con noi e di attendervi, se non altro come esperienza del modo diverso di pregare e cantare che e’ proprio dell’Africa.
Ringraziamo anticipatamente per la collaborazione, anche a nome del parroco.
La comunita’ di Chaaria   


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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