sabato 21 aprile 2012

La pericardiocentesi per Bessy

Prima di tutto ringrazio di vero cuore i cardiologi che generosamente mi hanno risposto da Cagliari, Cuneo e Roma. 
Tutti i colleghi che mi hanno scritto erano d’accordo sulla necessita’ improcrastinabile della pericardiocentesi. Devo ammettere che avevo tanta paura… ma stamattina mi sono deciso ed ho eseguito la procedura con l’ausilio di Jesse che ha sedato la piccolina, e di Massimo che mi puntava la sonda ecografica mentre io prelevavo il liquido. 
Sono riuscito ad estrarre 260 ml di liquido siero-purulento: direi francamente che mi pareva proprio pus, anche se molto liquido. 
Bessy sta meglio. Ecograficamente ho notato una sensibile riduzione della raccolta essudativa nel pericardio, ma onestamente non sono riuscito a fare una puntura evacuativa: rimane del fluido soprattutto nella parte posteriore del sacco pericardico ed all’apice.
Purtroppo non ho un sondino di drenaggio a punta J di dimensioni cosi’ piccole da poter essere inserito nel pericardio di una bimba cosi’ piccola, ne' possiedo dei sistemi di aspirazione adeguati. 
Penso che rifaro’ un'ecocardio lunedi’ per vedere se ripetere la pericardiocentesi. Sono in corso esami colturali sul liquido prelevato. Grazie ancora a chi si e’ interessato e continua a scrivermi. 

Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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