mercoledì 30 maggio 2012

Altre notizie sugli effetti clinici dei semi di papaya


Le poche cose scritte in passato sia dal sottoscritto che dal Dr Vincenzo Scala, hanno suscitato un grande interesse tra i lettori del blog. Ecco perche’ ho deciso di approfondire ancora un po’ l’argomento.
La papaya fu chiamata “frutto degli angeli” da Cristoforo Colombo a motivo del suo gusto delizioso. Ma non solo la polpa e’ appetibile al palato: pure i semi sono commestibili, e sono molto preziosi per la salute.
Ci sono molti benefici che possiamo trarre da essi:
1) Proprieta’ antibatteriche. Ricerche cliniche hanno dimostrato che i semi di papaya sono efficaci contro E.coli, Salmonella e Stafilococco, anche se ulteriori studi saranno necessari prima di proporre terapie su larga scala.
2) Protezione renale: studi clinici hanno indicato che estratti di papaya possono proteggere dall’insufficienza renale indotta da tossine.
3) Eliminazione di parassiti intestinali: in una ricerca nigeriana su bambini affetti da parassitosi intestinale, il 76.7% era libero da parassiti dopo una terapia con semi di papaya per 7 giorni, paragonato al 16.7% dei bambini che avevano ricevuto un placebo.
4) Detossicante epatico: nella medicina cinese si crede che un cucchiaino di semi di papaya triturati possa servire come epatoprotettore. Semi di papaya sono sovente prescritti da erboristi nella terapia della cirrosi epatica. Il succo di papaya ha dimostrato in vitro un’azione antiproliferativa su cellule di epatocarcinoma.
5) Ci sono indicazioni che masticare quotidianamente i semi di papaya possa essere efficace come profilassi antimalarica.
6) Come la polpa, anche i semi contengono un enzima che rende la carne piu’ tenera: carne marinata con semi di papaya, o cotta insieme ad essi, sara’ quindi piu’ tenera.
7) Gli stessi enzimi faranno si’ che, se i semi triturati vengono spalmati nella sede di puntura di zanzara, il prurito diminuisca.
Ci sono poi altre credenze meno provate scientificamente: in qualche cultura i semi di papaya sono considerati afrodisiaci. Questa credenza sembra pero’ del tutto infondata in quanto alcuni studi proverebbero il contrario, e cioe’ che essi riducano la fertilita’.
Ci sono alche opinioni riguardanti le proprieta del succo di papaya che, spalmato sulla zona dove c’e’ un corpo estraneo (come una spina) aiuterebbe l’organismo ad espellere l’oggetto indesiderato. In alcune culture, il succo di papaya o la papaya frullata (contenente papaina) vengono usate come farmaco topico per la medicazione di tagli, eruzioni cutanee, punture di insetto ed ustioni.
Donne in India, Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka hanno da secoli usato la papaya verde come contraccettivo o come mezzo abortigeno. Ricerche condotte su animali hanno confermato le potenzialita’ contraccettive ed abortigene della papaya. Inoltre gli stessi trial indicano effetti contraccettivi su maschi di scimmia e potenzialmente anche sugli esseri umani. Per essere abortigena, la papaya verde deve essere assunta in grande quantita’. La papaya matura in piccole quantita’ non causa aborto e non e’ teratogena.

Fonte:
Wikipedia

Fr Beppe




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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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