mercoledì 13 giugno 2012

Fratel Luigi Bordino: un modello anche per noi di Chaaria



Di Fr Luigi abbiamo gia’ pubblicato un lungo articolo sul bog l’anno scorso. E’ certamente possibile rileggerlo usando il motore di ricerca del blog stesso.

In questo breve intervento, noi di Chaaria desideriamo unirci idealmente alle celebrazioni che si terranno nel week end, al fine di promuovere la conoscenza della sua santita’.

Oggi mi vorrei soffermare su Fr Luigi come testimone della professionalita’ e della dedizione verso i malati.
E’ un tema che mi sta molto a cuore e che credo assai rilevate sia per me come religioso impegnato nel servizio di carita’ e nel mondo della salute in genere, e sia per i volontari che a Chaaria si apprestano a fare una esperienza di full immersion con malati gravi e spesso molto poveri.

Iniziamo a dire che Fr Luigi, per il suo tempo, e’ stato un professionista con delle conoscenze tecniche di grande valore.
Fr Luigi ha potuto frequentare la scuola infermieri solo dopo una legge del 25 febbraio 1971, secondo la quale l’insegnamento del nursing non era piu’ retaggio esclusivamente femminile, ma anche maschile.
Anche precedentemente alla formazione accademica pero’, egli gia’ aveva acquisito una grandissima esperienza, tramite il servizio dei malati,  e tramite il lavorare al fianco di medici e di vari specialisti: il suo apprendimento e’ stato veloce soprattutto perche’ fortemente motivato dal desiderio di essere sempre piu’ utile ai pazienti ed ai bisognosi.
Di rilievo e’ il fatto che Fr Luigi, in tempi in cui si faceva la trasfusione diretta tra donatore e ricevente, ha avuto l’intuizione di dar vita ad una emoteca ed ad un gruppo di donatori, per lo piu’ reclutati tra gli ospiti della Piccola Casa.
E chi e’ gia’ stato a Chaaria sa quanto importante sia il dono di chi offre il proprio sangue per la nostra emoteca; mentre i piu’ vecchi volontari ricordano le difficolta’ da noi incontrate nell’impostare il servizio trasfusionale.
Anche in questo senso sentiamo l’affinita’ e la vicinanza di Fr Bordino.
Fr Luigi inoltre svolgeva il ruolo di anestesista, ed in questo lo sento molto vicino al sottoscritto, soprattutto durante la notte ed i week end quando sono da solo a praticare le anestesie.
La sua attivita’ prevalente fu naturalmente quella infermieristica, in cui “era impareggiabile e delicatissimo nel tratto”: Fr Luigi diventa cosi’ modello di tutti i volontari infermieri che vengono a mettersi al fianco del nostro staff e che spesso fanno fatica ad assorbire le differenze tra il modo di lavorare europeo e quello kenyota.
Fr Luigi era capace di molte prestazioni diverse: sapeva fare un po’ di tutto, proprio come viene richiesto a noi di Chaaria. Una cosa che lo rende assai vicino a noi e’ la bravura nel mettere i gessi e nel ridurre le lussazioni di mandibola... ed i volontari sanno quante volte ci tocca affrontare tali procedure senza l’aiuto di specialisti.

Ma, a parte queste qualita’ professionali, cio’ che ammiriamo e che vogliamo imitare in Fr Luigi anche qui a Chaaria e’ la sua umilta’:
Fr Luigi era molto stimato dai medici e da tutto il personale; era molto ricercato ed onorato. Lui pero’ non si insuperbiva, evitava di parlare di se’ e diceva che il suo servizio era insignificate, perche’ alla Piccola Casa e’ la Provvidenza che fa tutto. Questa testimonianza l’abbiamo raccolta direttamente da un confratello che ha conosciuto bene Fr Luigi e che abbiamo la fortuna di avere con noi qui a Chaaria (Fr Lodovico Novaresio).
Fr Luigi non cercava riconoscimenti e lodi, e sempre ripeteva che cio’ che faceva era semplicemente il suo dovere. Passava dai servizi piu’ qualificati a quelli piu’ umili senza fare una piega, perche’ per lui cio’ che contava veramente era sempre e solo il bene del malato.
Quanto dobbiamo imparare da lui... e non soltanto a Chaaria!
Fr Luigi era capace di fare tutto questo perche’ era costantemente radicato in Dio con una preghiera semplice e costante, ed anche in tale dimensione contemplativa troviamo in lui un modello da imitare.

Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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