mercoledì 8 agosto 2012

La generosità di Franco

Di cuore ringraziamo il Dott Franco Guidobaldi che e' stato veramente di parola. Partendo da Chaaria ci aveva promesso una cardiolina uguale a quella gia' in uso in reparto. 
La ragione del suo dono era motivata dal fatto che la stessa macchina per ECG viene normalmente palleggiata tra i padiglioni e lo studio di Antonio, che, come i volontari sanno, e' raggiungibile solo con una discesa ripida e senza tettoia. 
Franco ha cominciato a dire che tutti quegli spostamenti su e giu' per il cortile avrebbero danneggiato lo strumento, e che non si gli era chiaro come facevamo con questi trasporti durante la stagione delle piogge. 
Ci ha quindi dato il nuovo elettrocardiografo che rimarra' fisso nei reparti, mentre l'altra macchina sara' in uso nello studio di Antonio. Ci ha anche donato una nuova batteria da sostituire a quella ormai esaurita del nostro vecchio strumento. Franco ci ha pure regalato moltissimi rotoli di carta per ECG. 
Avere due strumenti identici sara' molto utile per facilitare l'approvvigionamento della carta, di cui Franco si e' dichiarato disponibile a prendersi cura. 
La spedizione e' stata fatta con DHL, e dobbiamo dire che la consegna e' avvenuta a tempi di record (circa una settimana), e con una confezione in ottime condizioni. 
Un sincero ringraziamento al Dr Franco Guidobaldi per la sua amicizia, il suo supporto e la sua stima. Un grazie infinito per questo dono veramente importante. 
Tra la decisione e l'attuazione sono passate poche settimane... un esempio davvero unico di efficienza nella generosita'. 
Cercheremo di meritarci il tuo dono, caro Franco. 

Fr Beppe Gaido e confratelli 



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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