lunedì 29 ottobre 2012

Appello per Rachel

Scrivo questo post a nome di Rachel, una nostra dipendente della notte, la quale mi ha pregato di sottoporre a qualche “Buon Samaritano” la possibilita’ di aiutare economicamente Elosy Kairuthi (con lei nella foto), che e’ orfana sia di padre che di madre.
Elosy e’ nata nel 1998 ed ha altri due fratelli.
Suo padre e’ morto nel 2006, mentre la mamma e’ mancata nel 2008. I bambini sono quindi rimasti soli con la nonna, che se ne e’ presa cura con amore fino al 2010, quando a sua volta e’ andata in Paradiso. Dal 2010 Elosy e’ stata adottata da Rachel, insieme agli altri fratellini.
Rachel, che ha gia’ una bambina, sta evidentemente facendo fatica con il peso di questi tre cugini orfani.
La ragione per cui per adesso chiede aiuto solo per Elosy sta nel fatto che la ragazza sta finendo la “standard 8” (cioe’ la terza media): se si tratta di mandarla alle superiori, Rachel davvero non ce la puo’ fare, e chiederebbe se qualcuno potesse aiutarla a pagare le tasse scolastiche delle “secondary” per la durata di 4 anni.
Ho lanciato questo appello tramite il web, sottolineando pero’ a Rachel che anche in Europa le condizioni economiche sono pessime e che non e’ detto che un “Samaritano” si possa effettivamente trovare.
Anche a nome suo ringrazio anticipatamente chi ci leggera’ ed eventualmente potra’ fare qualcosa per Elosy. Per gli altri fratellini, Rachel continuera’ a pensarci, almeno finche’ anche loro arriveranno al “bivio” delle scuole superiori, che in Kenya sono abbastanza costose.
Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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