sabato 15 dicembre 2012

Enterobius vermicularis

Oggi abbiamo avuto un caso tremendo di infestazione da questo tipo di vermi, in italiano sovente chiamati ossiuri. 
Il caso clinico in se’ ci ha incuriositi in quanto di solito l’enterobius e’ una infestazione dei bambini, ma il malato di oggi era un anziano gravissimo, povero, sporco ed emaciato. 
Le scariche di diarrea sono pressoche’ continue ed impressionanti da vedere, in quanto popolate da migliaia di vermetti bianchi, vitali e mobili. 
Nei limiti del possibile, abbiamo cercato di isolare il malato per evitare il contagio di altri pazienti. La terapia a nostra disposizione e’ l’albendazolo. 
Nella foto possiamo osservare molti esemplari di femmine che per lo piu’ migrano verso la cute perianale per la deposizione delle uova. 
L’enterobius non e’ una patologia tropicale ma ubiquitaria, anche se alle nostre latitudini e’ assai piu’ frequente. In Italia qualche volta avevo visto dei bambini con ossiuri.
Sporadicamente, soprattutto quando frequentavo l’ospedale delle Malattie Infettive, facevamo lo scotch test per raccogliere uova o esemplari adulti che migravano durante la notte verso le pliche perianali... ma per il caso di oggi non era necessario alcun esame in quanto la diagnosi era completamente palese: infatti non ho mai visto prima una concentrazione simile di tali vermi. 

Fr Beppe Gaido 


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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