martedì 19 febbraio 2013

Frattura di femore

Kinoti ha 11 anni, ma è molto alto.
I suoi genitori sono poveri, e questo lo si può dedurre chiaramente anche dal fatto che i piedi del ragazzo sono pieni di pulci penetranti.
E' stato investito da una motocicletta mentre camminava per strada, e la frattura del femore è stata netta, con dislocazione dei monconi. Non ha potuto essere assistito in altre strutture perchè ai suoi genitori mancano i soldi per un intervento ortopedico, in Kenya davvero costosissimo.
Non abbiamo avuto alternative, ed abbiamo deciso di operare.
Usare una placca è stato un rimedio estremo ad un male estremo, non avendo a disposizione dei chiodi endomidollari. 


 

Inoltre l'andamento netto della frattura non avrebbe consentito di impiegare semplicemente le viti. Il ragazzo è già molto alto ed abbiamo fiducia che la placca non interferirà significativamente sulla sua crescita. 
La riduzione della frattura è risultata molto buona e non particolarmente difficoltosa, dato che l'intervento lo abbiamo fatto due giorni dopo l'incidente. Davvero siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto, e le lastre di oggi hanno dato grande gioia a tutto lo staff della sala.


L'ortopedia a Chaaria sta crescendo giorno dopo giorno, ed i risultati ci incoraggiano a continuare nel nostro impegno.
Ogni giorno il personale della sala mi ripete: "hai mandato le lastre a Luciano?"
Questo è un segno che tutti riconosciamo al Dr Cara il fatto che egli è l'iniziatore ed il padre dell'ortopedia a Chaaria

Fr Beppe

Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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