lunedì 11 febbraio 2013

L'isola che non c'è

Anche questa e’ una canzone di Bennato che mi fa sognare ai giorni stupendi del liceo.
Forse la senescenza mi fa ritornare bambino perche’ mi ritrovo sovente a fantasticare riascoltando queste melodie ormai un po’ vecchiotte.
L’ultima frase di questa bellissima poesia di Bennato recita: … “e ti prendono in giro se continui a cercarla, ma non darti per vinto perche’ chi ci ha gia’ rinunciato e ti ride alle spalle, forse e’ ancora piu’ pazzo di te”.
Mi frulla nella testa mentre con Fr Giancarlo perlustro il luogo dove domani inizieranno i lavori della nuova lavanderia di Chaaria. I muratori hanno gia’ portato pietre e ghiaia, ed hanno apposto i paletti per il perimetro. Mentre Giancarlo mi spiega i particolari, io penso che a Chaaria siamo ancora e perennemente alla ricerca dell’isola che non c’e’, un’ isola dove voremmo accogliere tutti e farli trovare a loro agio, dove a nessuno diciamo di no per motivi economici e dove tutti noi diamo il massimo per il bene degli altri. 


 
Anche la nuova lavanderia infatti fa parte del “nuovo sogno per Chaaria” che domani inizia a materializzarsi: costruiamo la nuova lavanderia perche’ nel vecchio locale edificheremo la nuova maternita’. 
E’ una richiesta che piu’ volte ci e’ venuta anche dalle autorita’ sanitarie del Kenya, al fine di dare alle partorienti ed alle puerpere un ambiente piu’ decente ed accogliente. 
Per questo nuovo tassello del grande mosaico che e’ Chaaria, ringraziamo di cuore l’Associazione Volontari Mission Cottolengo e l’Associazione “For a Smile”, che sono i nostri sponsor, perche’ hanno creduto in noi e nel nostro sogno. 
Naturalmente non mancano i detrattori e quelli che ci considerano pazzi: “ma quando vi fermerete? Ma non pensate mai al futuro? E chi portera’ avanti queste strutture quando non ci sarete piu’?” 
Quando pero’ vediamo Chaaria strapiena di malati, ci convinciamo che questo sia un messaggio del Signore che ci dice che c’e’ ancora bisogno di noi. 
Il futuro? Lo lasciamo nelle Sue mani. Per ora ci basta dare tutto per i malati che han bisogno di noi, lasciando al Signore il compito di trovare delle soluzioni per il tempo in cui noi non ci saremo piu’. 

Fr Beppe 



Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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