sabato 23 marzo 2013

Lettera di Maria

Caro Beppe, È quasi un mese che sono rientrata da Chaaria ed ancora devo ri-ambientarmi. Sbarcata a Malpensa ho trovato la nebbia ad attendermi, e più viaggiavo verso casa piú il freddo sembrava farsi sentire... 
Per non parlare della neve che non si è fatta attendere. 
Cosí ancora di piú ho sentito la nostalgia di Chaaria, di voi, del personale, dei pazienti, di chi in due mesi mi ha accolta, mi ha fatta sentire a casa ed é diventato amico. 
Il tempo lí è volato ed ogni giorno ho scoperto cose nuove, ho conosciuto persone meravigliose e vissuto attimi che mai dimenticheró. 
Ci sono stati pazienti che più di altri mi hanno coinvolta, storie di vita che mi hanno catturata, situazioni che mi hanno colta impreparata, sofferenze e dolori che mi hanno travolta... 





E soprattutto all'inizio quando il mio inglese zoppicava ancora un po' ed ancora dovevo ambientarmi, capire le dinamiche, l'organizzazione, conoscere i colleghi ho avuto la fortuna di trovare, oltre a voi, un gruppo di volontari unito ed affiatato. 
Con Jacqueline e Karolina abbiamo fatto subito fatta squadra, Luciano e Francesca sono stati meravigliosi e mi hanno pure viziata, con Max e Giacomo abbiamo condiviso il viaggio ed Antonella oltre ad essere una chirurga eccezionale è stata una stupenda compagna di stanza (oltre ad essere stata davvero paziente!!). 
E giorno dopo giorno ho potuto conoscere, capire, vivere ed apprezzare sempre nuovi particolari (persino il tuo "caratteraccio" è diventato familiare e comprensibile, giustificato anche!!). 
E pure le chiamate notturne per i cesarei (Fr Giancarlo era il nostro incubo!), anche se non rivolte direttamente a me, alla fine erano familiari (Soprattutto per Antonella!) Non posso poi dimenticare le amicizie nate con infermieri e CO, i primi confronti e le prime inevitabili difficoltà, sfociati poi in rapporti di stima e fiducia. 
Chaaria ti entra davvero nel cuore, non saprei dire esattamente perché, ma ti rapisce un pezzo d'anima... 
Ora che ci separano migliaia di chilometri, spesso mi prendo qualche attimo e chiudo gli occhi e vado a ripescare i ricordi.... E ci sono momenti, sguardi, particolari, emozioni, ritmi, musica e colori che non dimenticheró mai, come non dimenticheró mai la bellezza e la dignità della gente. 
Grazie Beppe, grazie a te, a Giancarlo ed a tutti i fratelli, grazie agli infermieri ed ai CO, grazie a tutto il personale, grazie a chi giorno dopo giorno vive, lavora e lotta per Chaaria!!! È riduttivo dire che mi mancate... 
A presto!!! 

Maria Garrone 



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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