martedì 12 marzo 2013

Naomi è andata a scuola

E’ successo tutto abbastanza in fretta.

E’ stato difficile trovare una scuola senza barriere architettoniche.

Soprattutto e’ stato difficoltoso incontrare una preside che volesse accogliere Naomi nelle sue condizioni di salute.

Poi tutto si e’ sbloccato rapidamente domenica pomeriggio, quando Nazarena (sorella della nostra Sr Luisa Makena), mi ha messo in contatto con la preside della “Our Lady of Mercy secondary School” di Chuka.

Le trattative sono state rapide ed abbiamo avuto il pieno supporto dell’insegnante che ha immediatamente accolto la richiesta di Naomi.

Siamo arrivati all’ultimissimo momento in quanto oggi e’ il termine ultimo per l’iscrizione all’esame finale di ‘form 4” che Naomi ha deciso di ripetere per migliorare il suo voto.


 

Ieri e’ stata quindi una giornata convulsa in cui Joseph ha accompagnato Naomi a Meru per le spese necessarie alla sua vita di “studente interno” nel nuovo istituto scolastico.

Abbiamo preparato rapidamente i documenti necessari e stamattina alle 10.30, insieme a Joseph e Lydia Kathira, Naomi e’ partita per la nuova scuola e la nuova avventura di vita.

E’ andata in lacrime perche’ sa benissimo che non sara’ facile vivere in dormitorio con nuove compagne di scuola che ancora non conosce; dovra’ essere completamente indipendente per lavarsi la biancheria e potra’ venire a casa solo dopo 3 mesi.

Molti dei membri dello staff qui a Chaaria non sono d’accordo sul fatto che Naomi abbia scelto di ripetere “form 4”, anche se non lo dicono apertamente; e tantissimi sono i gossip che origlio qua e la’ sul fatto che era meglio per lei andare comunque subito in un college; qualcuno invece dice di essere contento che Naomi ha lasciato la missione almeno durante i periodi scolastici, perche’ era diventata testona e viziata.

Purtroppo, tutte le dinamiche umane seguono lo stesso “pattern”, ed e’ ovvio che ci siano sempre quelli che criticano ogni decisione e che al posto tuo avrebbero fatto certamente meglio.

Sta di fatto che la decisione di ripetere l’ultimo anno e l’esame finale e’ totalmente di Naomi, ed e’ stata appoggiata da tutti i Fratelli; inoltre e’ indubbio che lei e’ veramente determinata a provare nuovamente, per fare meglio.

Puo’ darsi che gli uccellacci del malaugurio abbiano ragione e che Naomi alla fine prenda un voto anche peggiore di quello che ha ottenuto quest’anno. Sara’ comunque stata una decisione sua e mai potra’ dire che i Fratelli l’hanno obbligata a fare una cosa che lei non avrebbe voluto.

Inoltre l’esperienza del convitto, con tutte le sue difficolta’, aiutera’ Naomi ad aprire ancor di piu’ gli occhi sulla sua situazione e la portera’ ad una decisione piu’ obiettiva circa il college ed il futuro professionale da scegliere.

Personalmente Naomi gia’ mi manca moltissimo, come pure manca agli altri Fratelli. So che molti dei dipendenti della missione la sostengono nella sua scelta e le sono vicini. I volontari poi vogliono un grandissimo bene a Naomi.

Lasciamo stare i detrattori e facciamo orecchio da mercante alle loro critiche.

Ora supportiamo Naomi da lontano e le siamo vicini  con la preghiera, augurandole gioia, soddisfazioni scolastiche ed un buon esito nell’esame finale.

La rivedremo a Chaaria tra circa tre mesi, se tutto va bene e la salute la accompagna.

 

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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