martedì 7 maggio 2013

Auguri, Fratello!


Oggi e’ il compleanno di Fr Giancarlo e gli siamo particolarmente vicini con l’affetto, la preghiera e l’amicizia.



 

Fr Giancarlo si fa in quattro per tutti in un servizio “dietro le quinte” che forse pochi vedono ed apprezzano, ma e’ importantissimo e centrale per il buon andamento della missione.
A lui dobbiamo un economato oculato ed attento, sempre piu’ necessario per tirare avanti la missione in un momento di crisi in cui le offerte si riducono a vista d’occhio.
Da lui dipende tutta la manutenzione, l’attivita’ agricola e l’approvvigionamento energetico.
A lui competono i rapporti con il personale dipendente e tutti i grattacapi che spesso tale funzione comporta. Giancarlo si occupa di quasi il 100% dei rapporti con le autorita' governative che spesso vengono per supervisioni, controlli e ispezioni.
Oltra a tutto questo Giancarlo e' la mia mano destra e la spalla sicura nella quotidiana gestione dell'ospedale... e spessissimo e' al mio fianco anche durante le emergenze notturne.
Trentasei anni! "Che giovane", verrebbe da dire ad un matusa come me.
Sono pero' gli anni della maturita' e del massimo delle energi fisiche e spirituali da spendere per il Signore e per gli altri.
Caro Giancarlo, non so se sei "nel mezzo del cammin di tua vita"... spero di no e ti auguro una vita ancor piu' lunga di quella di Fr Lodovico.
Soprattutto pero' ti auguro serenita', pace del cuore e tante soddisfazioni dalla tua vita missionaria.
Conta sulla mia preghiera e su quella di tutti i confratelli e le consorelle.

Ti siamo vicini.


Fr. Beppe e tutta la comunità di Chaaria

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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