domenica 12 maggio 2013

Novantacinque primavere


Nella semplicita’ che a lui piace, oggi ricordiamo con riconoscenza e gioia il novantacinquesimo compleanno di Fratel Lodovico.
Novantacinque anni di fedelta’ al Signore ed al servizio dei poveri.
Fr Lodovico sta generalmente bene, anche se i suoi acciacchi senili lo hanno da tempo relegato nella sua camera.
Riesce comunque ad alzarsi e ad a deambulare un po’ con il girello.
La cosa piu’ impressionante e’ la sua straordinaria lucidita’ mentale e la “presenza” a tutti i problemi di Chaaria, per cui prega e per cui ancora ci da’ validissimi consigli.
E’ anche assolutamente partecipe di tutte le problematiche dei confratelli: si interessa di tutti, ci offre la sua opinione su tanti aspetti del vivere insieme, si interessa della vita’ della Congregazione anche al di fuori di Chaaria.





Spesso ci diciamo l’un l’altro che Fr Lodovico e’ anziano nel corpo, ma nella mente e’ piu’ giovane di tantissimi giovani confratelli.
Ultimamente ha avuto dei problemi di aritmia cardiaca che comunque siamo riusciti a gestire senza necessita’ di ricovero.
Fr Lodovico in questi ultimi anni ha vissuto una vita da monaco e prega da mattino a sera. Gli siamo molto grati per questo patrimonio di preghiera ed intercessione, e per il grande bene che ci vuole.
Lo festeggiamo con il ricordo nella preghiera, perche’ non vuole niente altro... e naturalmente ha rifiutato di farsi fotografare!

PS: oggi e’ anche la festa della mamma e vogliamo fare i nosri piu’ cari auguri a tutte le mamme che leggono il blog.

Fr Beppe Gaido e tutti i confratelli di Chaaria


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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