Kunya è un nostro dipendente della shamba (settore
agricolo). E’ una persona poverissima che abbiamo assunto per motivazioni
soprattutto sociali, al fine di tentare di dargli un aiuto economico per
sostentare la sua famiglia.
La moglie di Kunya è una povera donna che non sa nè
leggere nè scrivere. Come in tutti i casi di povertà estrema, essi hanno già
quattro figli.
Il parroco conosce la situazione di povertà di questa
famiglia, una povertà che non è solo economica ma anche legata al quoziente
intellettuale. Cerca anche lui di aiutare questa famiglia con consigli e con
supporto spirituale ed umano.
Un dono che il parroco ha voluto fare a Kunya ed
a sua moglie è stato quello del battesimo dei tre figli più piccoli.
La
primogenita è ormai grande e Father Ntoiti ha deciso di offrirle il catechismo
e di prepararla a ricevere il battesimo degli adulti, unito alla prima
comunione ed alla cresima.
Il problema di Kunya era che non trovava nessuno che volesse
fare da padrino ai suoi figli, ed è perciò venuto ad implorare il sottoscritto.
La sua richiesta mi ha sinceramente commosso ed ho deciso di accettare, anche
se con qualche tensione legata ai miei orari di servizio domenicali: il
battesimo era infatti programmato per ieri, durante la grande messa della
parrocchia.
Io sono solo in ospedale alla domenica, e le mie
preoccupazioni erano due: da una parte non avrei potuto trattenermi tutto il tempo della celebrazione
che normalmente inizia alle 11 e finisce alle 2 del pomeriggio; dall’altra
temevo un cesareo urgente proprio nel momento in cui avrei dovuto essere in
parrocchia come padrino.
Riguardo al primo problema il parroco mi ha tranquillizzato
subito: siccome io avevo già partecipato alla Messa in ospedale, egli avrebbe
mandato in chierichetto a chiamarmi quando la predica della celebrazione
parrocchiale sarebbe volta al termine; in tal modo io sarei dovuto essere
presente solo durante il rito del battesimo (non più di mezz’ora).
Per la seconda preoccupazione riguardante le emergenze, mi
ha consigliato di abbandonarmi alla Provvidenza che avrebbe fatto in modo che
l’ospedale fosse calmo durante il rito bettesimale.
E così è stato!
Tutto è andato benissimo. Il parroco ha mandato un ragazzo a
cercarmi in ospedale; quando poi mi ha visto entrare in chiesa, il sacerdote ha
chiuso rapidamente il pensiero che stava elaborando, ed abbiamo iniziato il
rito del battesimo, al termine del quale mi ha congedato ufficialmente davanti
ai fedeli; nessuna emergenza è avvenuta durante la mia permanenza in chiesa,
anche se, appena messo piede in ambulatorio, mi hanno avvisato circa un’emorragia
post-partum.
Non abbiamo fatto ricevimenti o feste per questo triplice
battesimo, in quanto la cosa avrebbe messo a disagio Kunya e la sua famiglia,
sia a causa della casa poverissima sia a motivo del fatto che probabilmente
avrebbero avuto prolemi economici a comprare il cibo necessario ad un party.
I bambini sono comunque battezzati e sono parte della grande
famiglia della Chiesa. Certamente questa è la cosa più bella e più importante:
le feste dopo i battesimi sono in genere corollari inutili e costosi che nella
giornata di ieri abbiamo cercato di evitare.
Fr Beppe Gaido
1 commento:
leggo sempre con grande emozione questi post! ho scoperto questo blog per curiosità e mi sono trovata coinvolta in un "mondo" che non è di questo mondo, che non ragiona nei termini del nostro mondo e che credo che sia gìà un pezzetto del Regno dei Cieli il quale comincia già qui su questa terra: Voglio credere che sia così, che Gesù sia il nostro Inizio il nostro Tutto. Leggo questi post e penso che Dio è Grande...(patrizia)
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