lunedì 16 settembre 2013

Domenica pomeriggio a Chaaria...

Carissimo Beppe,
ti comunico che abbiamo un “grosso” problema con l’acqua. 
Fin da questa mattina mi sono accorto che sicuramente c’era una perdita nel sistema dell’acqua. 
Mi hanno chiamato alle 6.00 per un cesareo e non avevamo acqua. Ieri sera i tanks erano pieni più di metà mi sono subito reso conto che ci doveva essere una perdita. 
Ho girato da tutte le parti ma non sono riuscito a trovarla. Solo dopo pranzo l’acqua ha iniziato ad uscire dalla terra, nel ex-campo da pallavolo. 
Ho iniziato a chiudere le saracinesce una alla volta ed alla fine ho scoperto che abbiamo ben DUE perdite, su DUE differenti linee. 
Una sulla tubazione che porta l’acqua al vecchio dispensario e parrocchia, e l’altra sulla linea del centro dei Buoni Figli e Comunità Fratelli.



Non c’è stato niente da fare se non organizzare una raccolta d’acqua con tutti i recipienti a disposizione e chiudere le due linee.
Risultato è che per ora non abbiamo acqua: al centro dei Buoni Figli, al Vecchio Dispensario, al Blocco Paleari e Blocco Madre Nasi.
Spero che domani mattina presto riusciamo a riparare almeno provvisoriamente le due linee ... pensando che domani è lunedì – e non oso immaginare l’outpatients senza acqua – ho già organizzato con gli operai di venire presto ... salterò di nuovo la messa, ma questa è una emergenza vera e lo facciamo per i poveri e per Gesù che in essi vediamo, quindi ...

Fr Giancarlo 



Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....