giovedì 5 settembre 2013

I lavori della nuova lavanderia

Grazie agli aiuti che continuamente riceviamo dai nostri benefattori, i lavori di costruzione della nuova lavanderia sono davvero avanti, e non manca molto al momento in cui saremo in grado di trasportare in essa le lavatrici e di iniziare ad usarla.
I muratori sono già arrivati al tetto e stanno per iniziare a tinteggiare le pareti.
Quando la nuova lavanderia sarà ultimata, potremo incominciare a pensare alla costruzione della nuova maternità: il sogno che ci portiamo in cuoire da tanto tempo e che speriamo di realizzare ora finalmente, grazie all’aiuto di tanti amici e benefattori.
Ringraziamo di cuore la Divina Provvidenza che sempre a Chaaria tocchiamo con mano nella sua infinita generosità verso di noi, ed insieme ringraziamo anche tutti quei canali umani che la Provvidenza usa per aiutarci concretamente con ingenti offerte economiche che ci permettono di continuare ad apporre nuovi tasselli al nostro sogno per Chaaria.



Immaginate che bello sarà quando le nostre partorienti e puerpere non saranno più due per letto; quando, dopo il cesareo, non saranno più poste in quella camera superaffollata che tutti oggi conoscono. 
Immaginate un bel nido con le incubatrici e con tutte le norme igieniche necessarie per tutelare i bimbi pretermine!
Sarà un altro bel passo avanti per Chaaria ed un ulteriore miglioramento nel rispetto della dignità umana dei nostri malati.


La comunità di Chaaria



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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