martedì 24 settembre 2013

Roma, Aeroporto di Fiumicino

E’ stata un’esperienza eccezionale ed entusiasmante, un ritorno a casa tra amici.
Domenica sera sono stato ospite per cena e per la notte a casa di Nadia: accoglienza stupenda e davvero familiare. E’ stato bello stare con Nadia, Fabrizio e Ginevra.
Poi lunedì mattina è iniziato il tour de force: sveglia alle 6.30, scappata alla scuola materna per Ginevra e poi in Piazza Pia a Radio Vaticana, dove il mio vecchio amico Luca Collodi mi aspettava per un’intervista su Chaaria e sul libro. Luca è stato accoglientissimo e veramente caloroso. A Radio Vaticana mi attendeva pure Livia Ermini, giornalista di Repubblica ed amica sia mia che di Luca.
Da Città del Vaticano ci siamo poi diretti all’aeroporto di Fiumicino dove abbiamo preparato tutto per l’incontro del pomeriggio nella SALA BLU.
Ho incontrato il Dr Carlo Racani, direttore del presidio sanitario dell’aeroporto: il Dr Racani è un grande sostenitore di Chaaria e da tempo ci aiuta in diversi modi. Ho potuto salutare anche tutti i colleghi di Nadia, anch’essi grandi sostenitori della nostra missione.



L’incontro poi è stato un grande successo.
La gente era davvero tanta, e soprattutto i partecipanti erano tutti motivati, commossi, e vicini ai problemi della Missione.
Nadia mi ha preparato una sorpresa mozzafiato e strappa-lacrime: un video su Chaaria veramente bello e toccante. Quando l’ho visto non ho potuto trattenere le lacrime, così come hanno fatto molti degli spettatori.
E’ poi seguita la mia presentazione che ha riscosso un successo simile a quello del video: ho presentato foto di Chaaria e le ho commentate con trasporto.
Alla fine tutti hanno voluto parlarmi, salutarmi e condividere con me pensieri ed idee: ho potuto riabbracciare vecchi volontari di Chaaria ed aspiranti tali nel prossimo futuro; con grande gioia ho notato la presenza di Gianni Guidotti e Michelangelo Bartolo della Comunità di Sant’Egidio, con cui da tempo collaboriamo per il progetto D.R.E.A.M. sull’HIV.
Il tempo è volato ed è stato molto triste quando Nadia mi ha ricordato che avrei dovuto dirigermi verso il “gate” perchè era ormai tempo di prendere il mio aereo per Torino.
Ho riabbracciato Nadia e Fabrizio e mi sono diretto al controllo di sicurezza dell’aeroporto con una lacrimuccia agli occhi.
Ringrazio davvero tutti per questa giornata speciale...
Da ultimo non posso dimenticare Marzia ed Alessandro che hanno letto alcune pagine del libro e poi Silvia e Genny che tanto hanno collaborato per la buona riuscita della giornata.


Fr Beppe













Carissimo Beppe,
ti ringrazio a nome di tutti per la tua presenza, per il tuo contributo prezioso e per averci trasmesso l'emozione pura dell'amore verso gli altri.
Grazie per averci regalato, attraverso la tua spiccata dote comunicativa, un frammento di Africa, portandolo fin qui in Italia, fino....ad un passo dal cuore. Dai nostri cuori.
E' per me un onore, poter essere ormai da anni, la tua "penna e calamaio" capace di arrivare in ogni parte del mondo, grazie a questo strumento un pò magico del blog.

Nadia Monari


FOTONOTIZIA SUL SITO WWW.ADR.IT

Presentato all'aeroporto Leonardo da Vinci il libro a cura del medico Fratel Beppe Gaido che nel 1997 ha fondato il “Chaaria Mission Hospital”, oggi una struttura che dispone di ben 160 posti letto, grazie anche all'impegno del Pronto Soccorso di Aeroporti di Roma.

23/09/2013 Comunicazione Esterna


Roma, 23 settembre 2013 - “Il mio era un semplice diario, uno sfogo quotidiano, una sorta di coperta di Linus per sentirmi meno solo, dove scrivevo delle mie sofferenze, ma soprattutto di quelle della gente incontrata e che veniva a curarsi, non pensavo assolutamente che potesse diventare un libro, ma qualcuno ha pensato che, una volta pubblicato potesse fare del bene.”.

E’ la testimonianza, all’aeroporto di Fiumicino, di Fratel Beppe Gaido, il medico infettivologo specializzato in malattie tropicali, che nel 1997 ha fondato a Chaaria, un piccolo villaggio in Kenya, il “Chaaria Mission Hospital”, oggi una struttura che dispone di ben 160 posti letto. Gaido questo pomeriggio ha presentato il suo libro "Ad un passo dal cuore", un diario dei giorni più significativi della sua presenza a Chaaria, una missione che oggi dispone di reparti di pediatria, sala parto, un nido, un ambulatorio odontoiatrico, farmacia e laboratorio di analisi e alla quale ogni giorno si rivolgono circa 300 persone. 

La struttura, però, necessita di essere ampliata. “Il ricavato del libro – ha spiegato Fratel Beppe Gaido, durante la presentazione del libro introdotto dal responsabile del Pronto soccorso aeroportuale di ADR, Carlo Racani - sarà infatti, principalmente destinato alla costruzione del reparto maternità (solo nel 2012 2500 parti e 700 cesarei NdR), chi leggerà il libro capirà che il vero protagonista non sono io, ma i bambini, i poveri e soprattutto le coraggiose donne africane, un monumento all’umanità che con la loro forza stoica e il loro modo eroico di affrontare la vita sono il futuro del Continente.”
"Ogni volta che sono a Fiumicino è come sentirmi a casa visto il legame con Aeroporti di Roma e con il personale del pronto soccorso dell’aeroporto di Fiumicino – ha poi aggiunto l’autore del libro, - che ci sostiene in questo progetto, grazie all’interessamento nel tempo di Nadia Monari, infermiera volontaria che dopo aver prestato opera nella missione di Chaaria, cura anche il progetto on line con un blog: http://chaariahospital.blogspot.it/"

Da diversi anni anche il Pronto soccorso di Aeroporti di Roma è impegnato nel reperimento di farmaci e presidi sanitari per Chaaria, occupandosi concretamente anche dell’invio a destinazione del materiale raccolto.


1 commento:

pietro rolandi ha detto...

Carissima Nadia, mi ritengo ormai un veterano di Chaaria, ma fortunatamente non ho fatto il callo e nel vedere il tuo bellissimo video ho pianto. Grazie. Pietro


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....