mercoledì 16 ottobre 2013

Emanuele e Mariapaola

Il 7 ottobre si sono sposati Emanuele e Mariapaola, miei carissimi amici e amici di Chaaria.
So che è stata una celebrazione semplice ed intima, come è il loro stile. 
Mi lega una profonda amicizia con Mariapaola, fin dai tempi dell’università. 
Un rapporto che, come tutte le vere relazioni, la lontananza non ha scalfito, anzi ha rafforzato. 
Ho conosciuto Emanuele due anni fa, durante una mia visita in Italia e subito mi sono sentito a mio agio con lui. 
Mi sarebbe molto piaciuto essere presente fisicamente al loro matrimonio, ma non sono mancato con il mio affetto e la mia preghiera.
Emanuele e Mariapaola seguono e sostengono da tempo i progetti di Chaaria. 
Sapendo che abbiamo il sogno della nuova maternità, hanno deciso di chiedere a parenti e amici di devolvere l’equivalente del regalo di nozze per questo progetto. 



Un atto di generosità che abbiamo accolto con gratitudine e commozione. 
Questo gesto ci consentirà di comprare le nuove incubatrici e sarà un segno concreto del loro amore per la nostra missione.
Personalmente e a nome di tutta “la gente” di Chaaria ringrazio Emanuele, Mariapaola e quanti hanno contribuito, promettendo loro il nostro ricordo nella preghiera.


Fratel Giancarlo


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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