giovedì 17 ottobre 2013

Una strana sensazione

... non so neanche come spiegarlo! Non riesco a capire se e’ una cosa che succede a tutti oppure solo a me.
Da una parte mi pare che il tempo corra cosi’ in fretta che quasi la vita ti sfugge via: ti alzi al mattino... ed e’ subito sera; non hai tempo di rendertene conto e la settimana finisce, e ti ritrovi di nuovo al sabato pomeriggio, senza quasi la memoria del fatto che i giorni siano trascorsi.
Dall’altra invece il tempo sembra immobile, soprattutto quando attendi il momento di rivedere una persona cara ed il momento non arriva mai, oppure quando stai passando un momento difficile che pare eterno.
Da questo punto di vista anche la mia esperienza in Italia ha dimensioni strane: i primi giorni lontano da Chaaria non passavano mai, e mi sentivo quasi depresso al pensiero del lungo periodo che mi separava dal mio ritorno tra i malati di questo ospedale.



Poi pero’ il tempo si e’ messo a correre, e mi sono ritrovato all’aeroporto di Malpensa con un nodo alla gola e con la sensazione di non aver avuto abbastanza tempo per fare tutto, e soprattutto di non essere riuscito a incontrare tutte le persone a cui voglio bene. 
Riandando inoltre ai giorni trascorsi a casa mia, mi sono sembrati in quel momento di addio come un soffio: passati davvero troppo in fretta!
Ora sono a Chaaria da più di due settimane, ed il tempo continua ad infierire sulla mia mente con le sue alchimie: rammentando le persone riviste dopo anni ed i pregnanti incontri con gli amici, mi pare che sia passata un’eternita’... sono ricordi in parte dolci ed in parte coperti una un velo di malinconia, ma comunque persi in un passato remoto.
Che strano! Quasi non mi ricordo quando io sia stato in questa o in quella citta’! Quasi mi sembra che siano trascorsi anni da quei giorni bellissimi.
Quando poi mi concentro sul presente, e’ davvero la stessa cosa: mi sono buttato a capofitto nel lavoro; dopo alcuni momenti di “rodaggio” e disorientamento, ho ripreso “il giro” abbastanza in fretta. 
Ora nuovamente si lavora dal mattino presto alla sera tardissimo, per non parlare delle chiamate notturne... e quasi ho la sensazione che io non sia mai andato via; che io abbia sempre lavorato qui, e che non sia vero che venti giorni fa ero ancora con mia sorella, mio nipote e mio cognato il giorno della mia partenza.
Sono giochi della mente, che un po’ di tristezza me la danno!
Non so se questa cosa capita soltanto a me!


Fr Beppe


1 commento:

Anonimo ha detto...

Non capita solo a te frat Beppe....tra un pò di giorni è il mio compleanno:-((( aimè, sono volati...e non mi pare... e anche io al mattino mi alzo e pochi secondi dopo (è solo una senzazione la sera) devo andare a dormire...ho finito di leggere il tuo libro, era un appuntamento la sera dopo cena e l'ho letto molto intensamente...mi chiedevo: ma come fanno a stare dietro a tutto e a tutti in continua emergenza,un continuo pronto soccorso poi ho capito che Qualcuno vi invia lo Spirito di forza per non "cedere" nel fisico nè nel corpo ma soprattutto dal punto di vista emotivo, lo Sirito Santo è veramente con voi, l'Amore di Gesù vi sostiene. Un abbraccio per ora. Siete ne mio piccolo cuore con le mie preghiere. Patrizia B. (maidoc@libero.it)


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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