Ancora
una volta mi trovo sull’aereo in quell’atmosfera surreale che si crea in ogni
volo, dove tutto ti è dato dalle “hostess” che devono essere sempre sorridenti
e pazienti con chiunque. L’aereo è come un ponte tra mondi così lontani e
diversi che la mente quasi ne rimane confusa. Il viaggio è lungo e ci sono
molte turbolenze che ci cullano e conciliano il sonno. Nel dormiveglia ripenso
al mese trascorso in Italia, e a tutti i doni che il Signore mi ha concesso. E’
stato proprio bello quest’anno! Ho rivisto persone che non incontravo da
decenni, e da tutti ho ricevuto accoglienze splendide che hanno rinforzato in
me la certezza che molti vogliono bene a Chaaria e, attraverso essa, anche a
me.
Sono
stati giorni intensi, vissuti al massimo, nel tentativo di non perdere neppure
un attimo o un incontro. Ho girato l’Italia dal Nord al Sud per cercare di
soddisfare tutti coloro che desideravano la mia presenza e la mia
testimonianza. Che bello parlare dei problemi del Terzo Mondo davanti ad
assemblee motivate ed attente! Che bello sentirmi in profonda sintonia con
tanti che sono davvero impegnati nella lotta alla disuguaglianza che separa i
Paesi ricchi da quelli poveri! E’ stata una piacevole sorpresa trovare decine
di attività di “commercio equo e solidale”.
Mi sono reso conto che la
sensibilità ai problemi dei popoli in via di sviluppo aumenta e diventa
capillare in un’ampia fascia di giovani e meno giovani.
Rimane
poi sempre vero che l’impegno di servizio verso i più poveri è un messaggio che
tutti possono comprendere: davanti alla sofferenza ingiusta di un bambino che
muore di malaria perché la mamma non ha soldi per il ricovero, il credente e
l’agnostico si danno la mano e si mobilitano per l’aiuto.
Stando
con voi in Italia ho capito che siamo in tanti a credere e a lottare per un
futuro più giusto a tutte le latitudini. E’ una specie di cordata in cui tutti
siamo uniti: alcuni di noi sono direttamente presenti in Africa e si impegnano
direttamente contro la miseria; altri fanno un lavoro non meno importante
dall’altra parte della cordata: rimangono in Italia, ma sensibilizzano le
masse, ci aiutano nella raccolta fondi e nelle attività di conoscenza e
divulgazione. Noi, in Kenya, lavoriamo anche a nome di tutti coloro che con le
loro attività ci procurano i fondi per tirare avanti ed incrementare le nostre
strutture ed i nostri equipaggiamenti; voi in Italia ci aiutate a non provare
solitudine, a sentirci parte di una rete di solidarietà che è ben più grande di
Chaaria.
Credo
che l’Africa con le sue povertà sia un po’ la coscienza del mondo occidentale,
una specie di pungolo interiore che non ci lascia dormire perché certamente
renderemo conto a Dio della miseria che sistemi ingiusti di vita hanno creato a
danno di milioni di nostri fratelli meno fortunati.
In
questo mese in Italia ho anche potuto incontrare persone eccezionali, che non
nomino per paura di dimenticare qualcuno. Come è ricca la nostra società se
sappiamo guardare alla foresta che cresce senza far rumore. Dobbiamo rafforzarci
in questa consapevolezza per non soccombere di fronte al clima culturale
dominante dove è di casa il disimpegno e l’individualismo. Dobbiamo unirci e
disseminare le nostre idee di solidarietà per la promozione dei poveri. Siamo
davvero una grande cordata, e noi abbiamo un enorme bisogno di voi.
L’aereo
continua il suo viaggio; stiamo sorvolando la Libia, e Chaaria si avvicina.
Anche in mezzo a tanti problemi che certamente là mi attendono, io mi ricorderò
sempre di voi e confiderò nel vostro sostegno e nella vostra preghiera.
Ora,
quasi impercettibilmente, la mia mente va a tutte quelle persone che con il
loro sacrificio mi hanno permesso di fare questa lunga esperienza di vita in
Italia. Penso a Fr Giancarlo, ai Fratelli ed alle Suore che hanno lavorato con
grande maturità ed hanno dato continuità a tutti i progetti che insieme avevamo
iniziato.
Sì,
siamo proprio una grande cordata, ed ognuno di noi ha un posto essenziale in
essa. Impegnarsi nelle problematiche della povertà e del dolore umano è così arduo
che nessuno può pensare di lavorare da solo. Insieme diventiamo una forza e
possiamo fare cose sempre più grandi.
Vi
abbraccio tutti.
Fr
Beppe Gaido
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