giovedì 3 ottobre 2013

Accoglienza commovente

Il 2 ottobre, come tutti i primi mercoled’ del mese, c’è stata la Messa per lo staff dell’ospedale.
E’ stato il momento ufficiale in cui ho potuto salutre e riabbracciare tutti: momento di grande gioia e commozione da parte di ognuno; occasione in cui ho toccato con mano quanto lo staff di Chaaria mi voglia bene e gioisca per il mio rientro tra loro.
Anche il parroco è stato molto tenero e mi ha accolto con parole di grande affetto, ricordandomi più volte che “questa è casa per me”, e che il mio ritorno viene da tutti salutato come il rientro del padre di famiglia dopo un lungo viaggio. Il parroco, inseme a tutti i membri dello staff, ha innalzato preghiere di ringraziamento perchè Dio ha voluto e permesso il mio ritorno a Chaaria dopo il Capitolo... non pochi temevano che questo non sarebbe successo!
Dopo la celebrazione, Fr Giancarlo, come sempre stupendo nel farmi sentire il bene che mi vuole, ha organizzato un breve momento di festa per farmi sentire la gioia di tutti nel riabbracciarmi: abbiamo condiviso una torta ed una bibita tutti insieme, e poi le infermiere si sono lasciate andare in un irrefrenabile canto tradizionale di benvenuto, trascinandomi con loro a danzare.
Sono commosso fino alle lacrime.
A tutti ho promesso il mio impegno per continuare a lavorare verso i poveri dando sempre il massimo, per cercare di essere davvero padre per tutti loro e per dare loro tanta bontà ed amore.



Inutile dire che mi sono davvero sentito accolto in famiglia.
Poi, come mi aspettavo, i malati mi hanno fagocitato immediatamente: ho avuto qualche minuto di disorientamento in cui ho cercato di levarmi di dosso la ruggine accumulata in un mese di assenza dall’ospedale, ma devo dire che ho fatto abbastanza in fretta a riprendere le redini della situazione.Ieri è stata immediatamente una gionata pienissima, con tanta sala operatoria... ma ne sono molto contento.
Le partorienti mi hanno dato il benvenuto con un buon numero di cesarei, ed è stato proprio un cesareo il mio primo impegno di servizio dopo essermi rimesso il camice a Chaaria.
Penso che questo sia di buonissimo auspicio.
Purtroppo anche ieri ho già dovuto fare i conti con la morte di un neonato: questa è l’eterna lotta tra la vita e la morte che a Chaaria ingaggiamo ogni giorno.
Sono stato contento di iniziare il sessennio che si apre dopo il Capitolo Generale con una bella Messa di famiglia. Chiedo al Signore che ci mantenga sempre fedeli al nostro impegno di servizio incondizionato ai poveri, fino al sacridicio della vita, proprio come ci insegna San Giuseppe Cottolengo.
Un po’ di nostalgia mi rimane per coloro che ho lasciato in Italia, ma sto veramente bene tra la mia gente a fare l’unico lavoro che so fare abbastanza bene in un posto in cui sento che c’è veramente bisogno di me.


Fr Beppe 


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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