Il 1 dicembre e’ la giornata mondiale per l’AIDS.
E’ una ricorrenza importante per tenere desta l’attenzione su un problema che
continua a devastare il mondo intero, distruggendo giovani famiglie, creando un
numero altissimo di orfani, e generando sofferenza e stigmatizzazione.
Per noi che viviamo e lavoriamo in Africa, dove il peso della pandemia e’
maggiore, oggi e’ anche un giorno di speranza, perche’ molte cose sono cambiate
negli ultimi 10 anni, e finalmente possiamo cominciare a guardare al futuro con
un certo ottimismo.
Se pensiamo che nel 1998 non avevamo alcuna possibilita’ terapeutica, ora
possiamo veramente gioire dei traguardi ottenuti, anche se molto rimane ancora
da fare.
Per quanto riguarda Chaaria, i servizi per i pazienti immunocompromessi si sono
via via affinati e perfezionati. Al momento attuale siamo in grado di offrire a
tutti il test in modo completamente gratuito.
Abbiamo un sanitario impegnato a tempo pieno in questo settore e da alcuni mesi
è iniziata una partnership con il progetto DREAM della comunità Sant’Egidio.
Proponiamo l’esame a tutti, e poi naturalmente lasciamo al singolo la completa
liberta’ di decidere se accettare o meno. Prima di dare un risultato positivo
ad una persona, ripetiamo il test con tre metodi differenti per ridurre il piu’
possibile la possibilita’ di falsi positivi.
Abbiamo un servizio di counseling
che ha il compito sia di introdurre il cliente al significato di un esame HIV,
sia soprattutto di sostenerlo nel momento in cui ricevera’ una brutta notizia.
Il counseling viene poi ripetuto ad ogni visita successiva per cementare e
rafforzare l’aderenza a regimi terapeutici non facili, soprattutto a causa
degli effetti collaterali.
Oggi possiamo somministrare farmaci antiretrovirali gratuitamente, in quanto ci
vengono offerti dal ministero della sanita’ keniano. Inoltre le medicine per la
prevenzione della malattie opportunistiche sono prescritte gratis, grazie al
sostegno della comunita’ Sant’Egidio di Roma, che ci sponsorizza anche per
l’esecuzione dei CD4, tanto importanti per decidere quando iniziare la TARV
(terapia antiretrovirale). Sarà presto disponibile anche la carica virale,
sempre grazie a Sant’Egidio.
Dall’inizio del 2008, in collaborazione con il governo del Kenya, possiamo
anche eseguire PCR (Protein Chain Reaction) per la determinazione dell’
infezione in infanti di eta’ inferiore ai 18 mesi: questo e’ un altro grande
traguardo, considerando che per il passato non era tecnicamente possibile
iniziare una TARV per un bambino prima dell’ anno e mezzo. La PCR viene
normalmente eseguita sei settimane dopo la nascita, e ripetuta a sei mesi
quando si interrompe l’allattamento e poi al compimento del diciottesimo mese
di età.

Altro importante campo d’azione e’ quello della prevenzione della trasmissione
materno infantile del virus. A tutte le donne incinte che afferiscono alla
nostra clinica pre-natale, viene offerto il counseling e la possibilita’ del
test gratuito. Le donne che risultano positive vengono poi messe in TARV
secondo protocolli precisi che ci sono stati forniti dal ministero della
sanita’ del Kenya. Anche al neonato viene poi prescritta una terapia preventiva
da continuare fino all’esecuzione della prima PCR. Normalmente proponiamo il
cesareo elettivo a queste gravide, ma non forziamo la mano: se per varie
ragioni preferiscono il parto naturale (anche se questa via e’ gravata da un
maggior rischio di trasmissione al nascituro), noi le rispettiamo e le
assecondiamo, offrendo poi comunque la terapia ed il follow up al neonato.
I bimbi entrano poi nel nostro programma di MCH (mother/child health): ricevono
tutte le vaccinazioni prescritte dalle linee guida nazionali. Si fa un follow
up del peso corporeo. Si incoraggia la mamma ad un esclusivo allattamento al
seno per 6 mesi, per poi sospenderlo bruscamente e svezzare il bimbo
completamente. Scoraggiamo del tutto l’alimentazione mista (un po’ di
allattamento e qualche frutto o cibo diverso) perche’, secondo dati OMS, cio’
incrementa il rischio di trasmissione attraverso il latte materno, danneggiando
i villi intestinali del piccolo. Non proponiamo il latte in polvere, sia
perche’ costoso, sia perche’ molte volte le madri hanno problemi a seguire
adeguatamente le diluizioni necessarie, sia anche per la difficolta’ che in
certe regioni hanno a bollire l’acqua da usare. Per quei pazienti HIV che
presentano “wasting syndrome”, e cioè dimagrimento estremo, abbiamo la
possibilità di offrire dei supporti alimentari ipercalorici che ci vengono
offerti dal Governo con il supporto dell’OMS.
Dalla meta’ del 2007 abbiamo anche iniziato il “comprehensive management” per
TBC e HIV: seguendo i protocolli nazionali, che tengono conto dell’altissima
frequenza di coinfezione con le due patologie, si offre il test e possibilmente
la TARV a tutti i nostri clienti in follow up per la TBC.
Ancora ricoveriamo pazienti in stadio terminale di AIDS, ma il loro numero e’
decisamente ridotto, in quanto, con l’uso adeguato e puntuale della TARV,
riusciamo a offrire lunghi anni di benessere anche a persone che erano per il
passato molto gravi.
Inoltre la prevenzione materno infantile avra’ certamente un grandissimo
impatto di cui saremo completamente coscienti solo tra qualche anno. Nel 2013
per esempio tutti i bimbi nati da mamme sieropositive sono risultati negativi
alla PCR.
Nel campo della prevenzione continuiamo a renderci disponibili per seminari
nelle scuole o nei gruppi giovani; inoltre abbiamo organizzato alcuni incontri
per i leaders delle varie chiese, con la consapevolezza che poi loro avrebbero
diffuso le conoscenze apprese nelle loro “ small christian communities”.
Martedì prossimo, con il supporto economico di
Sant’Egidio, ed al fine di celebrare ancora la giornata mondiale per l’AIDS, ci
recheremo in tre villaggi che abbiamo identificato come ad alta prevalenza
della malattia, ed offriremo a tutti counseling, test ed eventuale terapia.
Tutto sarà gratuito. Andremo di casa in casa nel villaggio, per essere sicuri
di raggiungere il più alto numero possibile di clienti
Proponiamo poi la circoncisione maschile in ospedale, sia per offrire ai
giovani che vi si sottopongono, tutti i requisiti di sterilita’ e analgesia che
la pratica richiede, sia perche’, durante i 5 giorni di ricovero, possiamo
organizzare conferenze quotidiane in cui parliamo di prevenzione HIV, di
comportamenti adeguati a evitare l’infezione, di “behaviour change”, e di
fedelta’ nella vita coniugale.
Nel caso sfortunato di incidente lavorativo con ago infetto o con qualche altra
sostanza biologica da paziente positivo, abbiamo in stock dei kit per la
“profilassi post esposizione”, che normalmente dura 28 giorni. Negli ultimi
anni abbiamo anche cercato di migliorare i nostri standard di sicurezza in
ospedale, predisponendo sistemi separati di raccolta dei rifiuti taglienti,
offrendo sempre tutte le barriere fisiche di protezione per il nostro staff e
per i volontari (per esempio occhiali, grembiuli impermeabili, guanti e
mascherine).
La guerra all’ AIDS non e’ certo vinta, ma l’impegno dell’ OMS, del governo del
Kenya, e di vari donatori che ci sostengono, ci consentono di vivere il 1°
dicembre 2013 con sentimenti di ottimismo e speranza. Gli ultimi dati nazionali
sono comunque incoraggianti e parlano di una riduzione della prevalenza
dell’HIV dall’8% dell’anno scorso al 5% attuale.
Per il 2014 ci focalizzeremo di più sulla “prevenzione
sui positivi”: cosa intendo con questo? Le nostre risorse sono sempre
insufficienti, ed è a volte difficile concentrarsi sul 95% che è negativo al
fine di incoraggiarlo a rimanere negativo. Pensiamo quindi di focalizzarci su
quelli che sono già positivi e che sono nostri pazienti, invitandoli a
comportamenti che riducano ulteriormente la diffusione della malattia:
chiediamo loro comportamenti moralmente ineccepibili; a qualcuno proponiamo di
venire allo scoperto e di aiutare gli altri con la loro testimonianza di vita.
Sant’Egidio ci ha dato una grossa botta di coraggio
per il 2013-2014, e sono sicuro che, con la loro collaborazione, potremo
aumentare ancora di più il nostro impegno nel settore dell’AIDS.
PS: i nostri
sinceri aguri a tutti i volontari che si chiamano Andrea
Fr Beppe Gaido
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