Pochi forse pensano al grande lavoro che
dobbiamo portare avanti per nutrire tutta la popolazione di cui la missione è
composta.
Normalmente si cucinano ogni giorno circa 320
pasti: abbiamo infatti 52 disabili mentali residenti, le comunità delle suore e
dei fratelli, i volontari e tutti i pazienti dell’ospedale.
In ospedale abbiamo 160 posti letto, ma in
pediatria ricoveriamo anche le mamme. Inoltre in queto periodo abbiamo
all’incirca 40 ragazzi ricoverati per la circoncisione: non si tratta quindi
mai meno di 250 persone.
I cuochi devono preparere cibi di un certo
tipo per volontari e comunità religiose, prediligendo in questo settore un
miscuglio di cucina tradizionale ed europea; sono chiamati invece a preparare
cibi molto diversi per i Buoni Figli: per i meno gravi si confezionano normali pasti
africani, mentre per i più disabili bisogna cucinare cibi molto soffici, carne
tritata, frullati di verdura e frutta.
Per l’ospedale poi il lavoro è veramente
grande: si tratta infatti di cucinare un numero altissimo di pasti ogni giorno.
Per i bambini piccolissimi bisogna bollire il latte e preparare i semolini; per
i pazienti adulti ci sono i pasti normali, che per noi sono costituiti da un
piatto unico a base di fagioli, riso e verdura. Diamo però una dieta speciale
per diabetici e degenti con problemi renali. Ci sono poi le diete ipercaloriche
per i malnutriti.
Il lavoro in cucina inizia alle 6 di mattina e
finisce alle 19.30 alla sera.
Inoltre non abbiamo cucine a gas, e tutto si
prepara su stufe a legna che per esempio si devono accendere alle 4 di mattina
in modo che il latte della colazione sia pronto per le 6.30, quando i Buoni
Figli fanno colazione.
E che dire di tutto il lavoro necessario per
l’approvvigionamento del legname: comprarlo, trasportarlo a casa con il
trattore, scaricarlo, spaccarlo.
Il lavoro dello spaccalegna a Chaaria è
certamente uno dei più duri e dei più necessari, anche se non molto in evidenza.
Con il post di oggi voglio semplicemente
rendere onore a tutti quei lavoratori di Chaaria che si sacrificano ogni giorno
con il sudore della loro fronte, perchè tutti noi possiamo mangiare ed avere a
disposizione bevande calde.
Normalmente essi non hanno rapporti
preferenziali con i volontari (come per esempio succede per le infermiere della
sala operatoria), non ricevono regali... ma senza di loro non troveremmo nulla
da mettere sotto i denti quando, stanchi dopo una giornata di lavoro, ci
vogliamo rifocillare con qualche buon piatto ben preparato.
Grazie quindi ai cuochi ed a tutti il
personale che nella shamba spacca la legna perche possiamo avere il fuoco nelle
nostre cucine.
Fr Beppe
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