martedì 11 febbraio 2014

I nuovi pannelli per l'acqua calda


Carissimi amici del blog,
scusate se stasera scrivo solo due righe. E' un momento molto duro con ritmi davvero molto sostenuti in ospedale che mi stanno chiudendo anche quei piccoli spazi che di solito dedico allo scrivere. 
Anche adesso, sono qui con voi, ma già il cicalino mi ha chiamato per la solita pangata sulla testa di un ennesimo malcapitato. Ho in ospedale un uomo in coma dopo machetata sul cranio e vi scrivo nei pochi minuti in cui lo stanno ricoverando e lavando per portarlo in sala.
Oggi il mio pensiero è nuovamente un GRAZIE. Grazie a quella stupenda persona che ha voluto mandarci una ingente cifra di denaro cui cui stiamo pannellizzando ex novo la missione per l'acqua calda.
Il sistema che vedete nella foto servirà sia l'ospedale che i Buoni Figli: malati e ragazzi del centro avranno adesso acqua calda in abbondanza per le docce, senza che noi dobbiamo spendere ingenti somme di denaro per il riscaldamento con i boiler. 
Con la stessa offerta saremo anche in grado di pannellizzare la cucina della comunità Fratelli.



Ringraziamo di cuore la generosa benefattrice per un regalo tanto importante per la nostra missione e per la nostra comunità: ancora una volta sono i malati ed i Buoni Figli a beneficiare di tanta generosità.
Promettiamo la nostra povera preghiera e la nostra sincera riconoscenza. Ora offro anche al Signore per la nostra benefattrice la fatica che sento nel dover tornare in sala di notte dopo una giornata massacrante.
Che Dio benedica i nostri benefattori.



Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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