lunedì 3 febbraio 2014

Sorella acqua

Oggi per la prima volta l’acqua del nuovo water project ha riempito il nostro tank, collocato nella parte più alta della shamba. Dalla foto i volontari potranno rendersi conto di dove lo abbiamo messo.
Siamo veramente contenti di questo nuovo traguardo, perchè con quest’acqua possiamo irrigare i campi e la possiamo usare anche per la pulizia dei locali dei Buoni Figli, risparmiando quindi sull’acqua pulita che pompiamo “costosamente” dal sottosuolo con l’elettricità.
Ringraziamo davvero il Signore per questo nuovo dono che viene in soccorso alla nostra cronica carenza di acqua.
Insieme al Signore, io devo onestamente ringraziare di cuore Fr Giancarlo che ha seguito personalmente le estenuanti trattative con il comitato locale di Chaaria, ed ha finalmente ottenuto che anche a noi venisse concessa la connessione.
Ringrazio tutto lo staff della manutenzione che ha lavorato con professionalità per trovare la collocazione più  adeguata al tank, e per la realizzazione del sistema di tubazioni che distribuiscono l’acqua nei punti strategici del nostro appezzamento di terreno.



Ringrazio quindi i generosi benefattori che ci hanno dato il denaro necessario alla realizzazione degli scavi, all’acquisto dei tubi e del tank, ed alla costruzione del basamento in cemento.
Questo è un altro passo avanti nella nostra ricerca di acqua per la missione: due anni fa avevamo avuto la connessione con un altro water project che ci ha dato un po’ d’acqua soprattutto per la parte più bassa della shamba e per il bananeto.
Ora continuiamo a tenere alti i nostri sogni e speriamo di poter presto collocare tank di raccolta dell’acqua piovana all’angolo di tutte le nostre costruzioni.
L’acqua infatti non è più un bene di cui possiamo essere certi.
Spesso i pozzi profondi da cui la pompiamo danno pochissima acqua, sia per la siccità, sia per l’aumento della popolazione nella nostra missione e nei dintorni, e sia anche perchè le falde generalmente si abbassano anche in relazione al fatto che il ghiacciaio del Monte Kenya sta diventando ogni anno più esiguo.
Ecco perchè ogni goccia d’acqua che possiamo recuperare è certamente un dono di Dio.
Per associazione di idee, oggi ho letto sul giornale che almeno tre persone sono già morte di fame in Turkana a causa della siccità che ci affligge.
Grazie ancora a Dio ed a tutti coloro che hanno reso possibile questo piccolo tassello di miglioramento della nostra missione a Chaaria, e preghiamo per tutti coloro che non hanno più da mangiare proprio perchè di acqua non ne hanno neppure una goccia.

Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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