lunedì 25 agosto 2014

Buon Onomastico, Fratel Lodovico!

Oggi che era la tua festa abbiano sentito ancora di più la tua mancanza.
E' strano, ma la nostalgia di te non accenna a diminuire con il passare dei giorni.
Ci manchi ancora moltissimo, anche se lo sapevamo che eri stanco della tua vita solitaria in camera e preferivi il Paradiso.
Ci manca la tua presenza orante: eri per noi come un parafulmine su cui contavamo molto.
Ci manca l'appuntamento nella tua stanza per la preghiera del Vespro al lunedì, ci manca l'impegno di portarti la comunione in camera tutte le mattine.
Ancora adesso a volte ci viene da pensare che forse abbiamo dimenticato di portarti il thermos con il latte che tu sorseggiavi pian piano lungo la giornata.
Era un appuntamento molto significativo quello di venire a salutarti, ogni volta che tornavamo a Chaaria dopo una assenza: sempri ci accoglievi con amore!
Ora sei in Paradiso, invitato a quel Banchetto Celeste che hai così tanto desiderato.
Noi ci sentiamo un po' più soli ed avvertiamo la tua mancanza.
Vorremmo a volte i tuoi consigli, il tuo parere... ma quel tempo è passato.
 

Confidiamo comunque nella tua preghiera per noi e nella tua vicinanza ancora più forte. E' bello passare a salutarti al cimitero, dove ancora sei fisicamente presente a Chaaria: lo sappiamo però che la tua presenza è viva più nei nostri cuori che al camposanto.
Ti facciamo un regalo per la tua festa: da oggi il tuo vecchio dispensario si chiama "Brother Lodovico Block". Speriamo che ti faccia piacere e che non offenda la tua umiltà. A noi questo nuovo nome serve molto, perchè ci aiuta a tenere vivo il nostro affetto per te.
Buon onomastico, fr Lodovico!

La comunità di Chaaria
 
 

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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