giovedì 14 agosto 2014

Lodovico


Nel 2007, per la prima volta sono arrivato a Chaaria, intimidito e curioso di cosa avrei trovato.
All’ora di cena, nella grande sala del refettorio, Maria Grazia Giacomo ed io ci siamo uniti ai numerosi giovani novizi studiavano lì , a Fr. Beppe, a Fr. Lorenzo che ci aveva portato da Nairobi. Nell’angolo lontano della tavola, sedeva, in silenzio, un uomo anziano, magro, con capelli a spazzola grigio ferro, la schiena un poco curva. Ci spiegarono che era Fr. Lodovico che aveva costruito la Missione molti anni prima. Questo aspetto austero era contraddetto dal sorriso dolce, quasi infantile quando gli fummo presentati.
La cosa che mi colpì molto accadde nei giorni seguenti: gli impegni in ospedale spesso ci impedirono di essere puntuali alla mensa comune; si mangiava attingendo dal carrello ed al termine, mentre ci accingevamo a lavare i piatti,fummo fermati, non ricordo da chi, perché Fr. Lodovico, ormai novantenne voleva essere lui a lavare i piatti dei ritardatari: era la sua terapia occupazionale, disse ed un atto di grande umiltà, secondo me. 

Poi mi raccontarono di questo straordinario frate, della sua lunghissima storia in Kenia, come avesse costruito la Missione, ospitato e curato 50 buoni figli,trasformato la savana in campi coltivati, in frutteto, allevato il bestiame, gestito il consultorio.
Mi immagino le enormi difficoltà incontrate nel 1983 a coordinare la costruzione della bellissima e razionale struttura della Missione, gestire gli approvvigionamenti dei materiali, reperire la mano d’opera con la scarsità di mezzi disposizione. Conoscendo la realtà africana attuale, trenta anni fa è stata veramente un’impresa titanica.
Si dice spesso che noi siamo nani che camminano sulle spalle di giganti e per me, senza dubbio, Fr. Lodovico era un gigante ma di quelli grossi. E’ stato come uno di quei maestosi alberi, i baobab, che crescono nella savana , ma con rami particolarmente fertili, perché il Chaaria Mission Hospital è uno dei suoi frutti: non avrebbe potuto nascere senza la lunga storia che lo ha avuto come protagonista, creando un terreno fertile dove poteva attecchire la grande avventura dell’Ospedale di Chaaria.
Negli ultimi anni non ho avuto più contatti con Fr.Lodovico, rispettando il suo desiderio di riservatezza; sapevo tuttavia che era informato di tutto, dispensava suggerimenti e consigli avveduti e saggi ; il corpo non lo sorreggeva, la mente si.
Come sempre quando scompare una persona “importante” non per i titoli che ha, ma per la sua storia e per quello che ha fatto, il dispiacere prevale, ma ragionando serenamente mi sono immaginato un necrologio:
ALL’ETA’ DI 96 ANNI, MUNITO DEI CONFORTI RELIGIOSI, CIRCONDATO DALL’AFFETTO DEI SUOI FRATELLI ED AMICI E’ SERENAMENTE MANCATO FR. LODOVICO.
HA SPESO LA SUA VITA A SERVIZIO DEI POVERI E DEGLI ULTIMI.
DOPO LE ESEQUIE RELIGIOSE SARA’ SEPOLTO NELLA TERRA CHE HA AMATO FINO ALL’ULTIMO.

Credo che ognuno di noi vorrebbe per se un epitaffio simile, ma bisogna guadagnarselo e quindi non piangiamolo ma cerchiamo di imitarlo, nel nostro piccolo.


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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