mercoledì 20 agosto 2014

Naomi torna a scuola

La nostra Naomi questa settimana è a casa della nonna per un periodo di vacanze.
Al suo ritorno avrà pochi giorni a disposizione per dedicarsi aglivacquisti necessari per la scuola, ed il 3 settembre inizierà il corso di diploma da segretaria.
Abbiamo trovato una scuola governativa a Meru dove altre delle nostre segretarie hanno studiato. Quell'istituto ci sembra il migliore per Naomi, in quanto è vicino a Chaaria, e quindi facilmente raggiungibile in caso di problemi di salute della ragazza.
Inoltre non ha barriere architettoniche: classi, dormitori, biblioteca e refettorio sono infatti tutti a piano terra.
Naomi sarà una studente interna, in quanto questo è obbligatorio in Kenya, e dovrà quindi dormire in istituto ed lavarsi la biancheria:
da questo punto di vista, ripetere l'ultimo anno delle superiori nella scuola convitto lontano da Chaaria è stato un periodo di ottima preparazione.
Naomi è contenta del nuovo corso di studi e non vede l'ora di iniziare.
 

Sono inoltre molto grato al preside dell'Istituto che ha accettato Naomi nelle sue condizioni fisiche e nonostante il fatto che le lezioni siano iniziate già da un trimestre.
Sono sicuro che Naomi recupererà in fretta il tempo perso perchè normalmente lei si impegna moltissimo.
Diciamo a Naomi un grandissimo "in bocca al lupo" per il nuovo cors di studi e per il nuovo capitolo della sua vita.
Esprimiamo inoltre la nostra gratitudine a tutti i donatori che ci permettono di prenderci cura di Naomi, sia nell'aspetto prettamente scolastico e sia nei suoi bisogni personali di ogni giorno.

Fr Beppe
 
 

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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