sabato 27 settembre 2014

La nuova maternità


In quest’ultima settimana i muratori hanno ultimato il lavoro di pavimentazione, sia all’interno che all’esterno dell’edificio.

La tinteggiatura è ormai  quasi conclusa e il colore scelto per i muri è un verde leggero e riposante.

Abbiamo già messo le luci al soffitto; abbiamo sistemato le grondaie e stiamo ultimando la messa in posa di porte e finestre in alluminio.

La parte muraria dovrebbe essere completamente terminata per la fine dell’anno, anche se non siamo sicuri di riuscire ad aprire il servizio per quella data, dato il grande impegno che ci aspetta sia per ammobigliare la struttura che per acquistare tutta la strumentazione necessaria.

Siamo molto riconoscenti all’Assiociazione Volontari Missioni Cottolengo, a For a Smile ed a tutti i nostri benefattori che ci permettono di portare avanti la costruzione della nuova maternità senza problemi economici e senza interruzioni.




A Cagliari i nostri amici del gruppo “Karibu Africa” continuano il loro impegno di fund raising tramite cene africane, serate in discoteca ed altre iniziative: sappiamo che non sono lontani dal raggiungimento dell’obiettivo che si erano proposti per quest’anno, e cioè l’acquisto di una nuova ambulanza per la maternità di Chaaria.


Fr Beppe Gaido e Fr Giancarlo Chiesa





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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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