A Chaaria ha dedicato una giornata intera e qui ha trascorso anche la notte; ciò gli ha permesso di rendersi conto di persona di tutti i miglioramenti che abbiamo apportato sia alla struttura che al servizio negli ultimi due anni (infatti l'anno scorso non era riuscito a passare da Chaaria). Ha visitato con ammirazione la "nuova" sala operatoria anche all'interno, in quanto non l'aveva ancora vista finita.mercoledì 22 ottobre 2014
Padre Lino e Don Paolo
A Chaaria ha dedicato una giornata intera e qui ha trascorso anche la notte; ciò gli ha permesso di rendersi conto di persona di tutti i miglioramenti che abbiamo apportato sia alla struttura che al servizio negli ultimi due anni (infatti l'anno scorso non era riuscito a passare da Chaaria). Ha visitato con ammirazione la "nuova" sala operatoria anche all'interno, in quanto non l'aveva ancora vista finita.Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.
Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.
Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.
Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.
Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.
E poi, andare dove?
Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.
Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.
Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.
Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.
Questo è quello che facciamo, ogni giorno.
Fratel Beppe Gaido
Nessun commento:
Posta un commento