mercoledì 3 dicembre 2014

L'ecografia a Chaaria

Fin dal 2000 quando comprammo il primo portatile, l’ecografia è diventata uno strumento diagnostico veramente insostituibile. Per me è ormai una parte integrante della mia semeiotica clinica..quasi un prolungamento delle mie mani. 
Farei fatica a pensare di dover visitare un paziente senza il mio fidato ecografo a disposizione: per me ha lo stesso valore di uno sfigmomanometro o dello stetoscopio.
Siamo partiti da molto lontano, in quanto nel 2000 ero un principiante autodidatta che cercava di insegnare a se stesso l’ecografia con l’ausilio di uno stupendo trattato edito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità proprio quelli come me.
Abbiamo iniziato con l’ecografia addominale e con quella ostetrica, e poi pian piano sono venute le altre parti più specifiche (tessuti mollli, tiroide, mammella, scroto, fino alla trancranica nel neonato e nell’infante). Un po’ più tardi abbiamo iniziato anche con gli ecodoppler e con l’ecocardiogafia.
Non avendo radiologia a Chaaria e dovendo portare i malati a Meru per le lastre (con non pochi disagi soprattutto per i più gravi), abbiamo spesso stirato al massimo le possibilità diagnostiche dell’ecografo: ci siamo così resi conto che per i versamenti pleurici l’ecografia è utilissima ed addirittura più specifica della radiologia (è un’opinione personale!). 



L’eco ci è parsa utilissima nel corso degli anni anche per gli addomi acuti (per noi è quasi impensabile trasportare fino a Meru un malato in condizioni gravissime per una diretta dell’addome); con essa vediamo chiaramente versamenti in addome, possibile segno di perforazione o di emoperitoneo; siamo capaci di apprezzare la presenza di un ascesso pelvico ed anche peri-appendicolare; inoltre l’ecografia ci può dire molto riguardo ad un ileo paralitico, in quanto possiamo apprezzare direttamente la mancanza di peristalsi. Frequente è stata la diagnosi ecografica di patologie più rare come invaginazione intestinale o volvolo, carcinoma  del colon o GIST. 
Per le emergenze ostetriche l’importanza dell’eco non si può sovrastimare: vediamo con chiarezza una gravidanza ectopica; siamo in grado di distinguere un aborto incompleto da una minaccia; possiamo diagnosticare una placenta previa o una abruptio. 
L’eco ostetrica poi costituisce un complemento importantissimo al lavoro delle ostetriche, soprattutto quando non si è sicuri della presentazione; quando non è ben chiaro se la gravidanza è singola o gemellare; ogni volta che la madre non è sicura dell’ultima mestruazione; in tutti i casi in cui non si è certi dello stato di benessere del feto (si analizza in questo caso soprattutto il battito cardiaco fetale o la quantità del liquido amniotico).
Molte volte mi è capitato che dei pazienti mi venissero mandati per biopsia di una massa sottocutanea: io sempre faccio prima un’eco, e molte volte ho visto la presenza di pus, per cui ho eseguito un’incisione/drenaggio invece di biopsia.
L’ecografo per noi non è solo uno strumento diagnostico ma anche interventistico: eseguiamo infatti molte biopsie ecoguidate (fegato, puntura splenica, linfonodi), oltre che paracentesi, toracentesi e perfino pericardiocentesi.
Nella foto vedete la stupenda macchina che mi ha accompagnato dal 2007. Va ancora benissimo anche se sta dando qualche segno di incipiente senescenza. E’ nostra intenzione di sostituirla presto e di collocare la nuova macchina nell’ambulatorio della erigenda maternità.

Fr Beppe Gaido




Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....