giovedì 19 marzo 2015

Carissimo Fratel Beppe....

Carissimo Fratel Beppe,
oggi è San Giuseppe ed è anche il giorno della festa del papà. Semplicemente, ma di cuore, vogliamo farti i nostri più sinceri auguri per questa festa.
Oggi è il tuo onomastico e facendo gli auguri a te, facciamo gli auguri anche a tutti i “Giuseppe” che sono venuti a Chaaria. 
Tanti sono i volontari con questo nome e non possiamo dimenticare i superiori e gli altri Fratelli, che portano questo nome.
Oggi è la festa del papà e poichè tu sei per noi il nostro “papà”, ci fa piacere farti i nostri migliori auguri. 
Come ogni papà, tu sei speciale per ognuno di noi: sai consolarci quando siamo tristi, ti preoccupi dei nostri problemi, gioisci per i nostri piccoli successi e non ci fai mancare il tuo saggio consiglio quando dobbiamo prendere una decisione! 
Ti ringraziamo per tutto questo e chiediamo al Signore di darti tanta forza per continuare ad esserci vicini. Il nostro ricordo va anche a tutti gli altri “papà”, quelli che sono ancora con noi e quelli che dal cielo continuano ad aiutarci e a proteggerci. Ad ognuno di loro va il nostro grazie e il nostro affettuoso pensiero.


Come spesso succede, oggi per te è stata una giornata piena di servizio, in cui non hai avuto tempo per nessun festeggiamento. 
Molti di noi volevano siceramente farti gli auguri di persona, ma abbiamo capito che eri troppo impegnato. Sappiamo comunque che per te il servizio viene prima di ogni cosa e che il Signore ti ricompeserà per tutto quello che fai.
Accetta di cuore questi semplici auguri a nome tuo personale, a nome di tutti i “Giuseppe” e di tutti i nosti “papà”!
Con affetto, ti abbracciamo


Cottolengo Chaaria staff


Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....