mercoledì 11 marzo 2015

La prima volta

Per il passato, purtroppo, la mortalità tra i nati pretermine è sempre stata molto elevata: i bimbi nati con peso inferiore ai 1500 grammi morivano in percentuali che si avvicinavano al 40%.
La nostra mortalità per i neonati con peso alla nascita al di sotto del chilogrammo era praticamente del 100%.
Oggi però abbiamo dimesso un bimbo che era nato di 900 grammi, ed oggi lascia l'ospedale pesandone 1900.
E' stato uno sforzo congiunto dello staff ed anche della mamma che è stata sempre estremamente collaborativa, soprattutto nella nutrizione, che dapprima è avvenuta attraverso sondino nasogastrico, poi con tiralatte e contagocce, e quindi da ultimo con allattamento al seno.
Consideriamo la dimissione odierna un grande successo che per noi costituisce anche la rottura di una barriera che pensavamo insormontabile: oggi sappiamo infatti che anche con chi nasce al di sotto del chilogrammo ce la possiamo fare a salvarlo.
Domani dimetteremo un altro prematuro, nato di 8 mesi con parto gemellare. Il suo peso alla nascita era 1400 grammi. Il suo gemello purtroppo non ce l'ha fatta a causa di complicazioni polmonari, ma questo bimbo ha sempre lottato come un guerriero e domani andrà a casa pesando 2 chilogrammi tondi tondi.


Siamo estremamente contenti anche per questa mamma, che è stata stoica alla morte del primo gemello ed ha continuato a credere che il secondo bimbo ce la potesse fare.

Fr Beppe


Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....