domenica 1 marzo 2015

Lettera di Veronica

Ciao Beppe!
Siamo arrivati sani e salvi a casa.
Grazie mille per l'opportunità che ci hai dato…come sempre si torna a casa più arricchiti!
L'aiuto che possiamo dare noi è veramente poco, ma forse qualcosina siamo riusciti a fare.
La morte di Stella (la bambina con la meningo-encefalite) è stata davvero una botta per me!
Nella mia brevissima esperienza a Chaaria ho visto dei pazienti morire anche prima, ma non avevo mai partecipato alla rianimazione cardio-polmonare…
Sentirsi dire "basta, fermiamoci perché ormai è troppo tardi e non possiamo più far nulla" è stata una mazzata!
Non so davvero quanta forza tu possa avere per assistere a tante di queste morti!
Ti ammiro davvero tanto!
Un abbraccio, a presto

Veronica
(DOTTORESSA VOLONTARIA VENUTA A CHAARIA TRAMITE LA PARROCCHIA ST FRANCIS DI MITUNGUU. KENYA)


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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