Sono uscito un attimo a
piedi perche’ avevo bisogno di una boccata d’aria, e sono passato davanti alla
casa di un nostro vicino.
Quello che ha attirato la
mia attenzione e’ stata una tenerissima scena di vita familiare ‘canina’.
Mi sono fermato estasiato
e rapito da quel che stava capitando.
Una cagna con le mammelle
turgide era circondata da una nidiata di piccolissimi cuccioli... credo piu’ di
otto.
La cosa stupenda e’ stato
il fatto che quella mamma stava evidentemente giocando con la sua prole.
Faceva finta di morsicare
un cagnetto; dava una spinta ad un altro con il muso, facendolo cadere sulle
zampine ancora instabili; poi scappava correndo per pochi metri, provocando un
accorato inseguimento da parte dei piccoli. Naturalmente poi si faceva
raggiungere, e li ricompensava per la fatica della corsa con delle ampie
leccate sul musetto.
Mentre contemplavo questo
stupendo quadretto della natura, mi sono messo a pensare che comunque il padre
non c’era. Solo la madre stava giocando con i cuccioli!
E’ stato immediato per me
ripensare a tante mamme ricoverate nel nostro ospedale per una malattia dei
loro bambini.
Sono li’ totalmente
donate alla loro creatura: la vegliano, la custodiscono, la ripuliscono, la
allattano. Soffrono con i loro piccoli quando facciamo loro del male... per
esempio per incannulare una vena, o quando quotidianamente dobbiamo eseguire
una dolorosissima medicazione per la cura di un’ustione.
Pero’, quando i bimbi
stanno meglio, sono capaci anche di giocare con loro. Si fanno schiaffeggiare
con dei buffetti sulla guancia; fan finta di morsicare il mento della loro
creatura; ingaggiano piccoli inseguimenti.
Pure in ospedale di papa’
ne vediamo molto pochi: capita qualche volta di ricoverare un padre insieme al figlio
piccolo, ma questa e’ un’ eccezione piuttosto sporadica.
L’amore di una madre non
si puo’ eguagliare... lo si puo’ solo emulare molto lontanamente. Un amore
fedele, fatto di donazione e sacrificio, fino a donare la vita per i figli.
E questo accade in tutto
il regno animale, non soltanto tra gli esseri umani.
Guardo ancora la cagnetta
che ora ha deciso che e’ l’ora della pappa, e si e’ sdraiata su un fianco,
offrendo alla prole le sue mammelle.
Anche questa scena e’
piena di tenerezza!
I cuccioli si accavallano
e si spintonano in una competizione ‘all’ultimo sangue’ per raggiungere
l’agognato capezzolo. La madre li lascia fare, e continua a leccare la testa
del piccolo che e’ a lei piu’ vicino... non si preoccupa di queste lotte
innocenti.
Ed anche guardando questo
quadretto rivedo le “mie” donne che alla fine sanno sempre placare il loro
piccolo... e spesso il seno e’ la medicina migliore per tutti i dolori.
Ricordo mamme allattare
in posizioni da contorsionista mentre il bimbo piange disperatamente durante
una medicazione, o mentre incannuliamo la vena.
Ripenso a tutte le volte
in cui vorrei ascoltare il torace di un paziente pediatrico, ma il pianto
forsennato mi impedisce di sentire.
Poi la mamma gli offre il
seno, e, come per incanto, il bimbo si dimentica di quella ‘brutta faccia’ di
uomo-bianco che tanta paura gli aveva fatto pochi minuti prima.
Il piccolo inizia a succhiare
animatamente; i suoi occhi vagano nello spazio senza fissare alcun punto in
particolare (osservandolo in quei momenti di ‘quasi-estasi’, mi pare di
comprendere che anche i piccolissimi sanno provare momenti di assoluta
soddisfazione!); ed il mio fonendoscopio, quasi per magia, puo’ posarsi sulla
sua schiena senza provocare reazioni di pianto...la visita diventa facile e veloce,
ancora grazie alla mamma.
Il potere dell’amore
materno!
Pensare a questo sempre
mi confonde e mi fa bene. Vorrei saper imitare la dedizione, la costanza e la
forza di tale amore!
Mi allontano dalla
cagnolina, che evidentemente non mi ha sentito come un pericolo per i suoi
piccoli... altrimenti mi avrebbe perlomeno ringhiato.
“La mamma e’ sempre la
mamma, anche tra gli animali”, penso distrattamente mentre gia’ il mio occhio
viene attratto dal sole che tramonta come un enorme disco infuocato.
Il mio pensiero corre
immediatamente alla mia mamma, e per lei dico una breve preghiera: purtroppo
per l’età non riuscirà più a venire a Chaaria, ed io posso solo pensarla e
pregare per lei. E’ finito il tempo in cui potevo averla qui a Chaaria anche
per 6 mesi; la vedrò solo quando tornerò in Italia.
Insieme alla mia, penso
anche a tutte le madri del mondo e per loro dico una preghierina ed a tutte
faccio tantissimi auguri per la festa della mamma.
Fr Beppe Gaido
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