Vengono normalmente da
molto lontano. Se domandi loro da dove, ti indicano nomi esotici di villaggi
mai sentiti: sono i nomadi di necessità, i nomandi della povertà e della
siccità; quelli che non migrano per motivi culturali trasmessi da millenni di
padre in figlio, ma lo fanno solo quando nella loro zona non c’è più acqua ed i
pascoli si seccano. lunedì 11 maggio 2015
La povera gente attorno a noi
Vengono normalmente da
molto lontano. Se domandi loro da dove, ti indicano nomi esotici di villaggi
mai sentiti: sono i nomadi di necessità, i nomandi della povertà e della
siccità; quelli che non migrano per motivi culturali trasmessi da millenni di
padre in figlio, ma lo fanno solo quando nella loro zona non c’è più acqua ed i
pascoli si seccano. Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.
Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.
Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.
Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.
Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.
E poi, andare dove?
Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.
Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.
Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.
Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.
Questo è quello che facciamo, ogni giorno.
Fratel Beppe Gaido
Nessun commento:
Posta un commento