E’ arrivato a Chaaria
dieci giorni fa verso le ore 13.
Sono stato chiamato in
ambulatorio ed ho visto il paziente in posizione fetale su una barella.
Urlava per un dolore
lancinante all’addome ed era coperto da perline di sudore gelido.
Gli ho messo una mano
sulla pancia e l’ho trovata dura come una tavola di legno. L’eco ha dimostrato
anse ferme e liquido denso in cavità peritoneale.
Ho guardato Makena che
era in piedi vicino a me e lei ha subito capito senza che proferissare verbo:
“chiamo immediatamente l’anestesista”.
Io annuisco e le dico: “facciamo
subito gli esami d’urgenza e le prove crociate... entriamo in sala il piu’
presto possibile!”
La nostra macchina
dell’emergenza si attiva celermente ed in venti minuti il malato e’ gia’ in
sala, addormentato ed intubato.
Apriamo l’addome con una
vasta incisione xifo-pubica, e la prima cosa che troviamo in cavita’
peritoneale e’ tantissimo materiale fecaloide.
Il primo lavoro e’ quindi
quello di aspirare e di lavare un po’ le anse.
Ci mettiamo quindi alla
ricerca della perforazione che ha causato tutto quel fluido infetto in addome.
La troviamo quasi subito:
è una perforazione sulla parte anti-mesenterica del tenue, una perforazione
relativamente piccola da cui fuoriesce abbondante materiale fecale. Ci sono già
aderenze, ma è facile lisarle.
Tiriamo un sospiro di
sollievo, perche’, tra tutti gli scenari chirurgici possibili, questo e’ uno
dei piu’ favorevoli dal punto di vista della tecnica operatoria.
Decido per una
recentazione della perforazione a cuneo e sutura diretta dell’intestino in due
strati. L’assalto che ha causato la perforazione è avvenuto poche ore prima.
Abbiamo quindi proceduto
all’ulteriore lavaggio della cavita’ peritoneale, alla revisione di tutto
l’intestino per essere sicuri che non ci siano altri buchi, ed infine alla lisi
di ulteriori aderenze infiammatorie gia’ molto pronunciate a causa dell’abbondante
fibrina.
Credo che gli abbiamo
salvato la vita.
“Ma cosa è successo?”
chiedo a Makena prima di lasciare la sala. “E’ stato un litigio con suo
fratello a causa di un pezzo di terra. Il Fratello lo ha preso a bastonate
sulla pancia”.
“Deve essere stata una
botta tremenda quella che gli ha letteralmente fatto scoppiare l’intestino”.
Poi mi scappa
un’espressione che penso da tanto: “la terra, la terra! Benedizione e
maledizione nello stesso tempo per tanta della nostra gente!”
Fr Beppe Gaido
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