venerdì 26 giugno 2015

La morte di Fratel Domenico Carena

Questa mattina alle 11, nella Piccola Casa di Torino si è spento Fr Domenico Carena, figura di spicco nella nostra piccola Congregazione.
Fr Domenico è stato superiore generale della famiglia religiosa per due mandati; ha però svolto il suo servizio anche come consigliere generale, vicario generale, maestro di formazione.
Ha collaborato in maniera decisiva alla Approvazione Pontificia dei Fratelli di San Giuseppe Cottolengo; ha fortemente creduto nelle missioni "ad gentes" ed è stato tra i promotori delle missioni cottolenghine in Kenya, India ed Ecuador.
Fr Domenico è stata una figura centrale nell'approfondimento delle fonti storiche riguardanti il nostro Fondatore, San Giuseppe Cottolengo.
Ha lavorato instancabilmente per rendere accessibili gli scritti di e sul Cottolengo ed ha reso pubblici e consultabili moltissimi documenti originali.
A lui dobbiamo molti studi sulla spiritualità cottolenghina, ancora oggi a mio giudizio tra i più belli e coinvolgenti.


La sua biografia del Fondatore rimane per me un punto fermo nella mia formazione, insieme a tanti altri suoi libri su argomenti molto disparati: dall'handicap, ai senza fissa dimora. I suoi "tasselli" di spiritualità cottolenghina sulla circolare interna dei Fratelli mi hanno nutrito per anni.
Fr Domenico ha poi insegnato a chi non lo ha conosciuto, ad amare e pregare il Beato Fr Luigi Bordino, sia attraverso varie biografie e sia attraverso la cura del periodico "Fr Luigi è una proposta".
Lo voglio anche ricordare quando, già superiore generale, faceva la notte nei reparti maschili il sabato sera, quando usciva alla domenica sera a portare panini e caffè ai "barboni", quando ha aperto casa accoglienza per i senza fissi dimora, e poi quando a Feletto ha ripreso il servizio e la condivisione della vita con i ricoverati, dopo aver concluso i suoi vari mandati come superiore della
Congregazione.
Per me è stato anche il Fratello che mi ha fatto la prima proposta vocazionale cottolenghina nel 1979; quello che mi ha accolto in portineria quando sono arrivato in comunità il 1° settembre 1981; il mio insegnate di spiritualità cottolenghina.
Riposa in pace, Fratel Domenico!
Certo sei stato un uomo davvero eccezionale nelle file della nostra Congregazione, un uomo dalle grandi aperture e dagli orizzonti sconfinati.
Per me rimani un esempio di entusiasmo e di perseveranza, la testimonianza che si può e si deve pensare in grande, un punto fermo a cui far riferimento nella nostra famiglia religiosa.

Fr Beppe Gaido


2 commenti:

Michele Salcito ha detto...

Caro fratel Beppe, come saprai Fratel Domenico verrà sepolto al Cimitero Monumentale di Torino, proprio ove lo fu il Beato Fratel Luigi Bordino, i cui resti sono ora conservati ora nell'altare del Sacro Cuore, all'interno della Chiesa principale del Cottolengo di Torino. Egli, il 2 maggio scorso, seguì la diretta televisiva della beatificazione di Fratel Luigi alla quale non potè essere presente. Pienamente soddisfatto dell’obiettivo raggiunto dopo quasi 40 anni di lavoro per far conoscere la figura del suo beato confratello, ha chiuso gli occhi fiducioso in Dio. E’ rimasto in stato comatoso sino al suo ultimo respiro.Credo sia doveroso per i Fratelli e tutta la comunità cottolenghina non far cadere nell'oblio tutto il suo lavoro la cui visione obiettiva potrebbe offrire nuovi spunti per risvegliare il carisma cottolenghino che non può e non deve entrare solo più nella storia delle congregazioni religiose della Chiesa.

Anonimo ha detto...

Ebbi modo di conoscere Fratel Domenico nel 1995 a Feletto, dove ebbi l'opportunità per qualche giorno di vivere l'esperienza del Cottolengo. Ricordo bene la sua umanità e semplicità nel convivere con gli Ospiti della Casa. A volta scherzava un po' con loro, come può fare un papà con l'ingenuità dei bambini, ma ripeteva spesso questa frase che mi ricorderò sempre: "loro (gli Ospiti) un posto in Paradiso ce l'hanno già assicurato, noi invece dobbiamo conquistarcelo".
Penso che lui il suo posto se lo sia conquistato, anche grazie alle "raccomandazioni" dei suoi figli che lo hanno preceduto. Che dal Cielo protegga tutta l'Opera del Cottolengo.
Enrico. Novara


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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