mercoledì 26 agosto 2015

I colori della nuova pediatria

La ristrutturazione va avanti a ritmo serrato. Abbiamo già sostituito il soffitto che ora è in materiale plastico lavabile.
Il pavimento è ora completamente piastrellato: bello e più facile da lavare.
E' terminata anche la tinteggiatura dei muri, che, come vedete, hanno colori abbastanza intensi, per rendere vivace e piacevole l'ambiente in cui tanti bambini malati saranno ricoverati.
Ora i lavori stanno procedendo con l'impianto elettrico e con quello centralizzato dell'ossigeno.
Speriamo di traslocare i bambini ammalati nella "nuova" struttura entro la metà di settembre.
Abbiamo anche ordinato nuovi letti e nuovi materassi, grazie alle generose donazioni che continuiamo a ricevere.
Per questo nuovo passo avanti nell'ammodernamento del nostro ospedale, ancora ringraziamo di cuore l'Associazione Volontari Missioni Cottolengo, l'Ufficio "Find Raising" della Piccola Casa e l'Associazione "For-a-Smile". 
Ringraziamo anche tutti i benefattori che con la loro generosità ci consentono di terminare la
ristrutturazione senza difficoltà economiche.
Grandissima riconoscenza va sempre a Fr Giancarlo nel suo insostituibile compito di seguire costantemente il procedere dei lavori...è sempre estremamente complicato infatti ristrutturare un ospedale pieno di malati!


Le foto renderanno ragione di quello che già abbiamo fatto finora. In settimana compreremo a Nairobi anche il tessuto per le nuove tende ed i nuovi copriletto.
Grazie ancora a tutti coloro che ci hanno aiutati per la nuova pediatria!

Fr Beppe Gaido





Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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