lunedì 30 novembre 2015

8° Congresso Nazionale AIT




Tratto dal sito dell'Ipasvi di Roma (clicca qui per leggere articolo integrale)


L'Associazione Infermieristica Transculturale fa il punto sulla situazione immigratoria generale ed infermieristica del nostro Paese e con la presidente Mangiacavalli sulle nuove direttive europee su competenza e tessera professionale.

L'Associazione Infermieristica Transculturale (Ait), con la collaborazione del Collegio Ipasvi di Roma e il patrocinio del Centro di Eccellenza per la Ricerca e la Cultura Infermieristica (Cecri) ha celebrato il giorno 28/11/2015 l'ottavo Congresso nazionale, ospitato dall'Azienda Ospedaliera Policlinico Sant'Andrea e intitolato: “Infermieristica globale: i cambiamenti in atto nella società multiculturale e multietnica italiana”.

I lavori presentati sono stati particolarmente ricchi di contenuti e apprezzati per il loro taglio scientifico e basato su dati oggettivi. Il Congresso Ait ha rappresentato la cornice per la presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2015, a cura di Idos. Le ondate migratorie, infatti, rendono più che mai necessaria anche in campo sanitario una strategia di comprensione del fenomeno che integri diversi livelli e aree di conoscenza per rispondere alle sfide dell’integrazione in società multietniche, caratterizzate, da nuove forme di solidarietà, di condivisione, di corresponsabilità. I dati sull’immigrazione sono stati presentati dal Past President del Dossier Statistico per l’Immigrazione Franco Pittau. Il fenomeno immigratorio a livello nazionale è stato esaminato con dovizia di particolari; nel dossier si evince che, in linea generale, la popolazione immigrata, situata prevalentemente al nord e al centro della Penisola è composta da oltre 5.000.000 di persone, oltre il 7% di tutta la popolazione italiana. La Presidente del Collegio Ipasvi di Roma, Ausilia Pulimeno con Alessandro Stievano (Presidente AIT) hanno illustrato alcuni dati infermieristici sulla presenza di infermieri stranieri a Roma e nelle macro aree italiane (Nord, Centro, Sud). Interventi molto apprezzati sono stati svolti dalla collega Nadia Monari che ha presentato un’esperienza di missione sanitaria presente da alcuni anni in Kenya (Chaaria Mission Hospital) dove medici ed infermieri italiani prestano la loro opera di volontariato. A tale proposito, è stato proiettato il video di presentazione del libro “Polvere Rossa”, i cui ricavi di vendita saranno devoluti in beneficienza per la missione, che ha tenuto tutta la platea in silenzio ed ha rapito l'attenzione dei partecipanti. 



Inoltre, su disuguaglianze e salute l’infermiere e sociologo Giordano Cotichelli ha messo in luce proprio le grandi disuguaglianze che si rilevano in alcuni Paesi soprattutto africani, facendo l’esempio dell’Uganda. Ai lavori ha preso parte la Presidente nazionale Ipasvi, Barbara Mangiacavalli, che ha illustrato alla platea i punti salienti del decreto legislativo di recepimento della direttiva 2013/55/UE sulla tessera professionale europea. Nel testo, tra l'altro, sono individuate le competenze che la normativa Ue prevede per gli infermieri. Un tema assai “caldo” e dibattuto a livello nazionale e professionale in genere. “In un momento in cui nazioni come l'Inghilterra dichiarano di voler diventare autosufficienti dal punto di vista del personale sanitario, in Italia dobbiamo presidiare con attenzione il recepimento della direttiva, garantendo ai nostri cittadini un servizio sempre all'altezza, sia da un punto di vista della conoscenza della lingua italiana, sia da un punto di vista di curriculum universitario dell'infermiere comunitario che approda sul nostro mercato del lavoro”, ha dichiarato Mangiacavalli. “Le competenze che il decreto legislativo richiede e che sono quelle previste nell’Ue per gli infermieri – ha aggiunto la presidente Ipasvi - potrebbero già di per sé chiudere la partita delle polemiche aperte su più fronti in quest’ultimo periodo verso la naturale crescita della nostra professione. Il decreto legislativo chiede agli infermieri ‘responsabili dell’assistenza’ di essere autonomi e avere competenze in questo senso per individuare le cure infermieristiche necessarie, pianificarle, organizzare e prestarle ai pazienti, di orientare famiglie e gruppi verso stili di vita sani, di intervenire, sempre ‘autonomamente’, per il mantenimento in vita e in situazioni di crisi e catastrofi, di fornire consigli, indicazioni e supporto a chi ne ha bisogno e a chi si cura di loro, di garantire e anche valutare la qualità delle cure infermieristiche. E chiede agli infermieri di partecipare con altre professioni alla formazione pratica del personale sanitario e di lavorare tutti a stretto contatto e in cooperazione: che dire, è quello che da tempo affermiamo, ribadiamo e chiediamo con forza”.

“Con questa giornata – ha commentato, in chiusura dei lavori, il presidente Ait, Alessandro Stievano – abbiamo voluto condividere valori e costruire solidarietà tra gli infermieri e gli altri operatori sanitari che si trovano oggi di fronte a nuove sfide deontologiche ed etiche, che coinvolgono persone di differenti etnie, lingue, culture e religioni”.

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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