mercoledì 9 dicembre 2015

Fistola vescico-vaginale

E' una delle complicazioni più disastrose del parto...direi che è anche una complicazione particolarmente frequente in Africa.
Capita soprattutto nei casi in cui la donna non è ben seguita ed il travaglio dura troppe ore. Oppure succede ogni qualvolta esiste una disproporzione cefalopelvica, ma la partoriente non viene avviata al cesareo; bensì viene lasciata in preda alle doglie per molto tempo.
Quanto detto sopra ci suggerisce che è una complicazione che affligge soprattutto le primigravide, anche se può capitare pure ad una multipara.
Quando si instaura la fistola, la donna diventa assolutamente incontinente e perde urina in modo continuo dalla vagina.
Quasi sempre la fistola vescico-vaginale coincide anche con la fine della vita sociale della sventurata: la puzza insopportabile dei suoi vestiti sempre sporchi causa ostracizzazione dal villaggio; sovente il marito le nega una vita sessuale normale e non raramente ripudia la
moglie che si viene a trovare con un figlio piccolo sulle spalle e con una condizione patologica che le impedisce di trovare un lavoro.
Le donne affette da fistola vescico-vaginale sono delle vere povere, delle reiette anche dalla società tradizionale e rurale.


Come se ciò non bastasse, la chirurgia è difficilissima e gravata da un'altissima percentuale di recidive: è certamente stressante per il chirurgo vedere che la donna riprende a perdere nuovamente pochi giorni dopo l'intervento, ma proviamo ad immaginare quanto devastante deve essere per la paziente che magari è già stata operata due o tre volte!
Oggi sono onestamente molto contento per una di queste giovani donne sfortunate, e, se sono contento io, pensate quanto lo deve essere lei!
Infatti l'abbiamo dimessa due settimane dopo l'operazione ed il risultato sembra finora perfetto: continenza urinaria perfetta.
Era stato un caso molto particolare, in quanto, con il blu di metilene, avevamo diagnosticato che non si trattava di fistola vescico-vaginale classica, ma di una fistola vescico-utero-vaginale: in pratica il colorante introdotto in vescica con un catetere, usciva dalla cervice e non dalla parete vaginale.
Non sono certo stato io a fare l'intervento, e senza il dottor Rolandi non ci avrei neppure provato, ma Pietro è stato coraggiosissimo; ha isolato la vescica, l'ha separata dall'utero, ed infine ha riparato i due organi separatamente.
Abbiamo lasciato il catetere a lungo a quella mamma per essere sicuri che le suture tenessero e non venissero corrose dall'urina, e fortunatamente è andato tutto benissimo.
La mamma è andata a casa raggiante con il suo bambino in braccio. Non puzzava più come il giorno in cui l'abbiamo ricoverata...è ridiventata una giovane donna come tutte le altre.
Siamo felicissimi per lei e le auguriamo una vita del tutto normale.
A Pietro va tutto il credito ed il ringraziamento nostro e della paziente.

PS: la foto invece è la vetrina della libreria delle Edizioni Paoline in Piazza Savoia a Torino. Il libro Polvere Rossa sta andando bene.
Grazie a tutti quelli che lo acquisteranno per Natale.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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