Kendi è venuta a trovarmi
giovedì scorso: “ti ho portato mio fratello. Sta malissimo ed ho bisogno che tu
lo veda”
Naturalmente l’ho fatto
molto volentieri per la mia amica che un tempo lavorava qui a Chaaria con noi.
“Mio fratello ha tosse
secca e non riesce quasi a respirare. Sta male da un po’ di tempo, ma è testone
e non ha voluto vedere alcun medico prima di oggi. Sono molto preoccupata
perchè in passato è già stato curato altre due volte di tubercolosi e temo che
questa sia una terza ricaduta”
Visito quel ragazzo spilungone.
Sulla cartella clinica leggo che ha appena 24 anni. Le sue condizioni sono
pessime.
La cute è imperlata di goccioline di sudore gelido, ha la pressione
molto bassa e soprattutto ha una tremenda fame d’aria...come se nella stanza
non ci fosse abbastanza ossigeno, o come se le sue inspirazioni non gli
bastassero mai. Ansima e si agita; non riesce a stare sdraiato e cerca qualche
sollievo in posizione seduta.
All’ascoltazione il
polmone sinistro è totalmente silenzioso, come se da quella parte non passasse
aria nel modo più assoluto. Purtroppo anche a destra il polmone è umido, come
se stesse per andare in edema polmonare.
Facciamo partire gli
esami di routine, che in qualche modo ci orientano nuovamente verso una
possibile tubercolosi.
Con mia sorpresa (vista
la possibile terza ricaduta) il paziente è HIV negativo.
Riusciamo ad ottenere una
lastra del torace in giornata: c’è un importante versamento pleurico a
sinistra, mentre a destra ci sono opacità diffuse come da polmonite atipica o
tubercolosi.
Nel tentativo di farlo
respirare un po’ meglio, gli mettiamo un dreanaggio toracico a pressione
negativa e ci rendiamo conto che quel versamento è in effetti pus, che viene
espulso abbastanza rapidamente nel sistema di drenaggio.
Nel frattempo copriamo il
nostro paziente con terapia antibiotica ad ampio spettro e facciamo partire la
ricerca del micobatterio sul materiale aspirato dalla cavità pleurica.
Riusciamo ad avere il risultato
in poche ore: positività per micobattero della tubercolosi. Il test esclude
resistenze alla terapia antitubercolare ordinaria, per cui gli esperti del
governo ci consigliano di ripartire con lo stesso schema terapeutico usato in
precedenza.
Il paziente, ora coperto
sia per polmonite atipica che per tubercolosi non accenna però ad alcun
miglioramento: la congestione polmonare si aggrava ed in poche ore arriviamo ad
un edema polmonare conclamato.
Le nostre manovre e
terapie di emergenza non sortiscono alcun effetto ed il fratello di Kendi ci
lascia alle ore 22.
“Ho portato qui mio
fratello perchè tu sei l’unico medico di cui mi fido”, mi aveva detto lei poche
ore prima...ed ora dovrò dirle che io suo fratello proprio non sono riuscito a
salvarlo!
La tubercolosi è un
killer terribile in Africa.
Oggi direi che la TBC
uccide più della malaria, almeno per quanto riguarda la situazione di Chaaria
Fr Beppe
Nessun commento:
Posta un commento