lunedì 22 febbraio 2016

La chirurgia pediatrica

Sempre più spesso ci capita di operare bambini veramente molto piccoli.
Sovente ci troviamo di fronte ad ernie inguinali congenite, e più spesso ad ernie ombelicali a volte intasate e parzialmente strozzate.
Frequenti sono i casi di testicolo ritenuto. Di tanto in tanto abbiamo anche qualche grossa complicazione addominale con occlusione intestinale, il più delle volte legata ad intussuscezione.
Negli ultimi sette giorni abbiamo operato già cinque bambini: due per ernia ombelicale, uno per ernia inguinale e due per delle grosse neoformazioni del collo che purtroppo mi sembravano maligne...aspettiamo ora l'istologico!
Il bimbo più piccolo da noi operato in questi giorni aveva solo 3 settimane; la media degli altri variava tra l'anno ed i 2-3 anni di età.
Certamente la chirurgia pediatrica è molto ansiogena, soprattutto per l'anestesista.
Devo però dire che Mbaabu è davvero molto bravo anche con bimbi piccolissimi.
A volte i risvegli sono un po' difficoltosi, e l'ansia aumenta di conseguenza, ma in genere le operazioni pediatriche vanno bene, ed i bambini poi si riprendono.
Certo, anche per il chirurgo è una sfida tutte le volte operare un bimbo.


Le strutture anatomiche sono tutte estremamente piccole; gli strati veramente sottili, ed a volte si vorrebbe avere dita e strumenti più piccoli per poter fare meglio.
Stiamo però crescendo anche in questo ambito e la chirurgia pediatrica ci fa oggi molto meno paura. La gente si fida di noi anche in tale ambito perchè il numero di bambini da operare è in continuo aumento.
La cosa straordinaria con i pazienti pediatrici, è che hanno una ripresa post-operatoria davvero velocissima: succhiano al seno già dopo il risveglio e sovente l'indomani appaiono davvero confortevoli,
a parte nei casi di interventi molto pesanti.
Anche i tempi di dimissione sono più rapidi che con gli adulti.
Domattina abbiamo in lista un bimbo di un anno con un'ernia ombelicale difficilmente riducibile; Siamo un po' preoccupati, ma anche per lui speriamo che andrà comunque tutto bene.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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